Guido Silvestri, virologo della Emory University di Atlanta, è tornato a parlare del Coronavirus. Lo ha fatto su Facebook e mettendo all'attenzione dei suoi follower una serie di dati che mettono in relazione l'andamento dell'epidemia in Italia, negli Stati Uniti e nel resto del mondo.

In particolare, Silvestri ha parlato come questa di una fase di 'endemizzazione dell'infezione' che potrebbe anticipare una 'nuova epidemizzazione'. Quello, che in gergo un po' meno scientifico e più informale, viene definita seconda ondata. Un'eventualità che, però, come traspare dalle parole dello scienziato appare più come una possibilità che non una certezza.

Risultano, inoltre, significative le parole riservate all'aumento dei casi nel Sud degli Stati Uniti.

Coronavirus: seconda ondata è una possibilità

I dati messi in risalto da Silvestri sono quelli che si riferiscono al così detto 7DMA. Si tratta dell'acronimo inglese (7-day moving average) con cui si individua, come puntualizzato dallo scienziato, "il numero residuo di nuovi casi al giorno, corretti per milioni di abitanti". L'Italia, al momento, è a 4, a New York si è a 40. Lo stesso virologo evidenzia come numeri simili riguardino anche Gran Bretagna, Svizzera, Belgio Olanda, Austria. In Spagna si arriva a 53. Questa fase, citando Paolo Spada, chirurgo vascolare dell'Istituto Humanitas di Milano, viene attribuita dal virologo ad una fase che può essere etichettata come "endemizzazione del'infezione".

Per il futuro questo porterebbe quantomeno "la possibilità di ri-epidemizzazione nel momento in cui le temperature saranno più fredde". Silvestri, tuttavia, non ha mancato di sottolineare la situazione buona presente in Italia rispetto agli altri paesi, anche per merito del sistema sanitario e degli operatori che ci lavorano.

Coronavirus: Silvestri pone l'accento sulla questione aria condizionata

Guido Silvestri ha pubblicato tre grafici che indicano l'andamento quotidiano dei nuovi casi in tre zone specifiche. Uno riguarda l'Italia, uno lo stato di New York e l'altro gli Stati Uniti in generale. Le prime due realtà mostrano un andamento analogo.

Diverso è, invece, il discorso per gli Stati Uniti presi nel loro complesso. La curva dei nuovi contagiati mostra due picchi. Uno, come spiega lo stesso Silvestri, riguarda la fase più acuta a New York e negli stati del Nord. L'altro è quello in essere e dipende dall'evoluzione dell'epidemia in diversi stati del Sud. "Ora - sottolinea - sembra aver raggiunto un plateau". Quasi a chiosa del suo intervento, Guido Silvestri spiega perché nonostante l'innalzamento delle temperature quelle regioni non stiano avendo i benefici del caldo visti in altre parti del mondo. "Ricordo - sottolinea il virologo - la grande maggioranza dei contagi in questi stati avviene al chiuso in ambienti con aria condizionata chiusi, vanificando ogni possibile effetto protettivo delle alte temperature all'aperto".