È stata la nipote della vittima a dare l’allarme lo scorso 7 gennaio: la giovane ha chiamato la polizia dicendo di essere preoccupata perché il nonno non le rispondeva più al telefono. Quando, subito dopo, gli agenti si sono recati a casa di Carlo Antonio Lopatriello, 91 anni, per verificare se fosse successo qualcosa di grave, si sono trovati davanti a una scena inquietante: l’anziano, residente a Marconia – frazione del comune Pisticci, in provincia di Matera – era stato ucciso. L’autopsia effettuata nei giorni successivi ha stabilito che l’uomo era stato aggredito con particolare ferocia.
Tuttavia è stata proprio una delle armi utilizzate per colpirlo, un bastone, a fornire la soluzione del caso di Cronaca Nera, attraverso l’esame del Dna, dopo sei mesi di indagini: a compiere il delitto è stata proprio la nipote del pensionato, Carmen Federica Lopatriello, di 26 anni. La ragazza avrebbe agito per motivi economici.
La nipote avrebbe ucciso l’anziano per questioni di soldi
Nelle scorse ore la giovane è stata arrestata dalla polizia, con l’accusa di omicidio, con l’aggravante della crudeltà con cui è stato compiuto il delitto. Durante una conferenza stampa Pietro Argentino, procuratore della Repubblica di Matera, ha spiegato insieme al pm Annunziata Cazzetta, al questore della città lucana Luigi Liguori, al capo della Squadra mobile Luigi Vessio e al responsabile del commissariato di Pisticci Domenico Di Vittorio come si è arrivati ad incriminare la giovane e quale potrebbe essere stato il movente del delitto.
La nipote avrebbe ucciso con violenza l’anziano per questioni di soldi, probabilmente al culmine di un litigio: da almeno cinque anni la 26enne accudiva il nonno, svolgendo anche tutte le faccende di casa. Inoltre si occupava della pensione del 91enne. Con la sua morte era diventata una delle intestatarie dei beni posseduti del nonno, compresa l'abitazione teatro del delitto.
La tracce di Dna che hanno incastrato la nipote della vittima
Come detto, le analisi sul bastone usato per colpire la vittima – che nel corso della colluttazione era stata anche ripetutamente accoltellata – ha evidenziato la presenza di tracce del Dna della nipote del pensionato. Ma gli inquirenti hanno avuto anche ulteriori riscontri dagli esami in laboratorio: Dna appartenente al nonno, misto a quello della giovane, era presente anche sulla felpa che la 26enne portava il giorno del delitto.
A quanto pare, nell'abitazione del 91enne gli uomini della polizia scientifica non avrebbero riscontrato nessun elemento che indicasse la presenza di altre persone al momento dell’aggressione: c’erano solo le tracce dell’anziano e della nipote, che ha sempre smentito le ricostruzioni degli inquirenti.
L’indizio delle scarpe fucsia della nipote dell’anziano
Le indagini si sono concentrate anche su un paio di scarpe di colore fucsia che la giovane avrebbe indossato nella casa del nonno. Alcuni giorni dopo il delitto la 26enne si sarebbe sbarazzata delle calzature, gettandole via nei pressi di una piazzola di servizio. A quanto pare una telecamera di sorveglianza avrebbe ripreso la scena. Le stesse scarpe – successivamente rinvenute dai poliziotti – erano state pulite con un detergente, probabilmente per eliminare le tracce del delitto: sarebbero comunque compatibili con un'impronta lasciata sul pavimento nell’abitazione del pensionato.
Gli inquirenti si sarebbero insospettiti quando la nipote aveva consegnato agli agenti tutti i fotogrammi di una telecamera di sorveglianza presente a casa sua, tranne alcuni, recuperati in seguito, che mostravano la ragazza mentre portava quelle stesse calzature.
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