Un'intera famiglia è stata denunciata per epidemia colposa. Nonostante fossero positivi alla Covid-19, padre, madre e figlio 24enne hanno continuato a uscire e a condurre una vita normale. Con il loro comportamento irresponsabile hanno costretto alla quarantena una quarantina di persone. È successo in Val Badia, valle dell'Alto Adige posta lungo il rio Gadera. Nei giorni scorsi, in tutta Italia, si è rilevato un lieve aumento di contagi. Nella giornata di sabato 18 luglio, infatti, sono stati accertati 249 nuovi casi e 14 vittime.

Il focolaio in Val Badia

A oggi, domenica 19 luglio, nonostante negli ospedali trentini non vi siano pazienti Covid ricoverati, nella regione a statuto speciale i casi complessivi di Coronavirus sono 5.506, le persone decedute 470, mentre i pazienti guariti hanno raggiunto quota 5.017.

Per diverse settimane, la provincia di Bolzano è stata caratterizzata da un doppio 0 nei numeri dei contagi e dei decessi da Covid-19. Dal 6 luglio scorso, come riportano i bollettini quotidiani, però la situazione è cambiata e si è riscontrato un aumento dei casi. Nei giorni scorsi , in particolare, le autorità sanitarie e politiche altoatesine hanno reso noto, con non poca preoccupazione, la presenza di un focolaio di coronavirus in Val Badia.

Ora, si è scoperto che tutto è nato dal mancato rispetto delle disposizioni sanitarie da parte di un intero nucleo familiare.

Famiglia denunciata per epidemia colposa

Un 24enne si è sottoposto al tampone naso-faringeo per la ricerca del virus Sars-cov-2 e, in data 10 luglio, era stato riscontrato positivo. Come da protocollo, dunque, l'azienda sanitaria locale gli aveva imposto l'obbligo di quarantena (che era stato esteso anche ai genitori con i quali convive).

Nonostante ciò, l'intera famiglia ha deliberatamente ignorato le disposizioni. Il ragazzo, infatti, il giorno in cui ha saputo di essere positivo al coronavirus, si è comunque recato al lavoro e ha incontrato gli amici per un aperitivo. Il giorno seguente ha anche partecipato ad una festa di laurea organizzata in un rifugio di Corvara, nella provincia autonoma di Bolzano, e ha continuato a frequentare, senza indossare la mascherina, locali pubblici vicini alla sua residenza.

Anche il padre e la madre del giovane, incuranti della gravità della situazione, non sono rimasti in casa e sono andati lo stesso al lavoro, in una falegnameria ed in una struttura ricettiva della zona. In pochi giorni, dunque, per causa loro una quarantina di persone sono finite in quarantena (il bilancio però potrebbe essere destinato ad aumentare) e sono scattate le operazioni di contact tracing. L'intera famiglia è stata segnalata dalle forze dell'ordine alla procura della Repubblica e i tre sono stati denunciati. Dovranno rispondere del reato di epidemia colposa.