La consapevolezza che l'Italia sta fronteggiando il Coronavirus meglio di tanti altri paesi, ma anche che il rischio di un peggioramento delle cose esiste. È ciò che emerge dalle parole di Franco Locatelli. Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità è stato protagonista di un'intervista al Corriere della Sera in cui ha delineato lo status delle cose. Lo ha fatto provando a non allinearsi a un filone allarmista, ma affidandosi al realismo.

Coronavirus, Locatelli invita ad ascoltare i campanelli d'allarme

Franco Locatelli, 60 anni, è primario di oncoematologia al Bambino Gesù di Roma.

Parla con il piglio di chi sa che, al momento, la situazione relativa al contagio resta sotto controllo. Sottolinea, però, come a poter cambiare le cose, in meglio o in peggio, sarà la prosecuzione dei comportamenti virtuosi da parte dei cittadini. "Panico e terrore - evidenzia - non hanno senso". C'è realismo, però, quando mette in evidenza il fatto che in questa fase "i campanelli d'allarme" vanno ascoltati. Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità si schiera dalla parte di chi ritiene che il Sars-cov-2 non abbia perso forza. In terapia intensiva i pazienti sono diminuiti, ma sottolinea come dal 29 giugno al 12 luglio su 2.762 positivi siano comunque morte 14 persone. "Riusciamo - ammette però - a identificare prima i contagi".

Questo riduce i tempi tra comparsa dei sintomi e eventuale diagnosi della patologia.

Coronavirus: necessità di stoppare i focolai

Un leggero aumento dei casi e l'emergere di qualche focolaio sta generando considerazioni di vario tipo a livello nazionale. Inevitabile, perciò, capire quello che è il punto di vista della scienza.

"Più che allarme - evidenzia Locatelli - c'è allerta". Tesi che fornisce sulla base del fatto che ad oggi, come lui stesso sottolinea, sei popolose regioni hanno un Rt superiore a 1. Si tratta del parametro attraverso cui si stabilisce quanti individui riesce a contagiare un individuo infetto. Circostanza che Locatelli definisce "un monito".

A suo avviso questa è la fase in cui i servizi territoriali avranno un ruolo cruciale per tracciare subito i casi e stoppare i focolai. "L'aumento dell'indice Rt - prosegue - non era inatteso, si sapeva che i valori si sarebbero incrementati. Ed era prevedibile che la curva non sarebbe scesa subito". Il presidente del Consiglio Superiore di Sanità non manca di segnalare però quanto il sistema, ad oggi, si stia mostrando affidabile. "L'Italia è la migliore d'Europa. Guardiamo a cosa sta succedendo a Barcellona" conclude Franco Locatelli, invitando a non abbassare la guardia alla luce di ciò che sta avvenendo nel resto del mondo.