Il trend del contagio da Coronavirus è in salita. Lo raccontano i dati del bollettino quotidiano. Tuttavia, l'incremento dei casi è caratterizzata da un'elevata percentuale di asintomatici e da un'età media degli infetti sempre più bassa. A parlare della situazione al Corriere della Sera è stato il direttore aggiunto dell'Organizzazione Mondiale della Sanità Ranieri Guerra. Lo ha fatto senza allarmismo, sottolineando però che l'elevata percentuale di contagiati che non sviluppano la Covid non deve essere un parametro sufficiente garantire tranquillità.
Bollettino coronavirus: aumento soprattutto per asintomatici
L'aumento dei casi sta facendo ripiombare diversi paesi nell'incubo di un secondo lockdown. Un'eventualità che, però, è già stata smentita da quasi tutte le massime autorità politiche a livello internazionale. L'economia non potrebbe permetterselo. Resta, però, il possibile problema di una seconda ondata che ipoteticamente sarebbe in grado di mettere nuovamente in difficoltà il sistema sanitario nazionale. Oggi, però, le cose sono diverse. C'è già l'esperienza di marzo ed aprile e sembrano esserci i connotati per rispondere meglio alle sollecitazioni di un'eventuale nuova esplosione della pandemia. A spiegarlo è lo stesso Guerra. "Non è detto - ha affermato - che la seconda ondata arrivi e comunque possiamo mitigarla.
Ora abbiamo molti strumenti e la conoscenza che mancava a inizio epidemia".
Coronavirus: asintomatici non al riparo a lungo termine
"L'aumento dei casi - ha proseguito Ranieri Guerra - è dovuto alla capacità di fare una diagnosi migliore e al maggiore uso di tamponi, oltre ovviamente all'incontestabile aumento dei contagi". Affinché questi dati non si traducano in ospedalizzazioni, occupazioni delle terapie intensive e sintomatologie gravi, resta la necessità di tutelare le categorie più a rischio.
Da tempo si è imparato che in questa categoria figurano gli anziani e i soggetti immunodepressi. Il fatto che, però, ad infettarsi siano oggi ragazzi giovani e per i quali si dice i rischi siano bassi, non è necessariamente e solo una buona notizia. "Senza voler esser allarmisti - ha detto l'esponente dell'Oms - c'è evidenza che dopo ci possono essere conseguenze gravi.
Meglio non prenderlo il virus, cominciano ad esserci evidenze solide di problemi anche in pazienti con pochissima sintomatologia".
In sostanza se da un lato si ha ormai la consapevolezza che le classi anagrafiche più "verdi" non vanno quasi mai in terapia intensiva, dall'altra c'è il rischio che il Sars-Cov-2 possa generare problemi qualche tempo dopo. "Il virus - ha chiosato Guerra - può far male in fasi successive". Non va dimenticato, inoltre, che si tratta di soggetti che mantengono in circolazione il virus. Non a caso Guerra predica "attenzione".