Israele scosso per il presunto abuso di gruppo denunciato da una 16enne. Secondo quanto riportato da diverse testate, il fatto sarebbe accaduto il 12 agosto in un hotel di Eilat, località turistica posta nell'estremo sud della nazione. La denuncia è stata presentata due giorni dopo. Secondo indiscrezioni dalle indagini in corso, l'abuso sarebbe stato compiuto da un gruppo di 30 uomini. Al momento c'è solo un sospettato in stato di fermo.

Sui social è stato pubblicato il nome della giovane, ora trasferita in un luogo sicuro

La notizia dell'abuso è stata diffusa lo scorso 19 agosto, quando in serata è avvenuto il fermo del primo sospettato.

L'uomo avrebbe scambiato alcuni messaggi con la vittima, nei quali parlava di una possibile esistenza di un filmato riguardante l'aggressione. L'identità della giovane vittima pare sia stata svelata sui social media e per tale ragione i servizi sociali hanno ritenuto opportuno trasferirla in un luogo sicuro, onde evitare che possa subire minacce da parte degli aggressori.

Secondo una prima ricostruzione, la ragazza si trovava al Red Sea Hotel in compagnia di alcuni suoi amici. L'aggressione sarebbe arrivata quando la vittima si è recata in una delle camere per usufruire del bagno. Le videocamere di sorveglianza dell'hotel avrebbero confermato la presenza di numerosi aggressori, ripresi accalcati davanti a una delle camere.

La proprietaria dell'albergo, intanto, nega che l'aggressione si sia consumata all'interno della sua struttura e attende i risultati delle indagini.

Un migliaio di persone in piazza in 16 diversi presidi

Nella serata del 20 agosto in Israele un migliaio di persone si è radunato spontaneamente in 16 presidi, nei quali hanno voluto dimostrare la loro solidarietà e vicinanza a tutte le vittime di abusi.

Tra gli slogan pronunciati anche uno contro il governo, esortato a "svegliarsi" e a passare dalle parole ai fatti.

Tutta la politica nazionale ha espresso solidarietà e vicinanza alla giovane vittima: il premier Benjamin Netanyahu ha definito l'aggressione come un "crimine contro l'umanità". Il presidente della Repubblica Reuven Rivlin, su Facebook, ha pubblicato una lettera rivolta a tutti i giovani del Paese: "In questi giorni pazzi, senza una routine è fondamentale che capiate l'importanza dei limiti che la nostra società ci impone. La violenza, gli abusi sono macchie indelebili, sono crimini in cui la mancanza di limiti distrugge la nostra società".