Trebaseleghe, piccolo paese a nord est di Padova, è sconvolto da una triplice tragedia. Un padre, Alessandro Pontin, 49 anni, ha ucciso a coltellate i figli, Francesca, 15 anni e Pietro, 13, per poi togliersi la vita. Il fatto è accaduto la notte del 19 dicembre, un sabato di semi-lockdown a pochi giorni dal Natale. Per domani il sindaco Antonella Zoggia ha proclamato il lutto cittadino e ha invitato tutti gli abitanti a esporre lumi alle finestre in segno di cordoglio verso le vittime.

Padova, dinamica in via di accertamento

Francesca e Pietro abitavano con la mamma ed ex moglie di Pontin, Roberta Calzarotto, ad Arzego, frazione di San Giorgio delle Pertiche, un vicino comune.

Dovevano trascorrere il fine settimana dal padre nel suo villino a due piani di via Sant'Ambrogio 85 a Trebaseleghe, secondo gli accordi previsti dalla sentenza di divorzio.

Non è ancora chiaro come si siano svolti i fatti, oggetto di ricostruzione da parte dei carabinieri del comando provinciale di Padova. Probabilmente il duplice omicidio è avvenuto la notte di sabato. Padre e figli hanno cenato insieme, quindi Pontin ha aspettato che i ragazzi si addormentassero per armarsi di coltello. I figli potrebbero essersi accorti di ciò che stava accadendo: le molte tracce di sangue a terra farebbero pensare che i due adolescenti, entrambi accoltellati alla gola, abbiano tentato di scappare. Con lo stesso coltello, l'uomo si è poi reciso carotide e giugulare.

A dare l'allarme è stato Roberto Pontin, fratello e zio dei ragazzi, ieri verso le 14. Il fratello che abita in un villino a fianco, è entrato nella casa avvolta nel silenzio non avendo notizie dei familiari e ha trovato i corpi senza vita dei tre. Sconvolto, ha chiamato i carabinieri: sono giunti sul posto quelli del Nucleo investigativo per svolgere le indagini, coordinati dal pm Sergio Dini.

E in silenzio sarebbe avvenuto l'impensabile: sembra che nessuno dei vicini abbia sentito urla o rumori sospetti. La mamma dei ragazzi, dopo aver ricevuto l'atroce notizia dai carabinieri si è sentita male ed è stata portata in ospedale. I militari hanno trascorso la giornata di ieri nel villino, per fare rilevi e repertare ogni cosa alla ricerca di qualche indizio.

Non sarebbe stato trovato nulla di sospetto, nulla che potrebbe far pensare all'assunzione di farmaci e droghe, ma solo l'autopsia che verrà fatta sul corpo di Pontin e dei figli le cui salme sono a disposizione dell'autorità giudiziaria, potrà dare risposte. Invece è stato trovato un biglietto in cui l'uomo ha scritto: "Voglio essere cremato, spargete le mie ceneri". Nel biglietto non ci sarebbe però alcuna traccia di sangue, circostanza che farebbe pensare a un gesto premeditato.

Padova, tragico gesto senza un movente

Alessandro Pontin e Roberta Calzarotto si erano separati anni fa in forma consensuale. L'ex moglie, infermiera, aveva avuto dissidi con l'uomo perché per un periodo non aveva pagato gli alimenti previsti dal divorzio.

Lei aveva presentato un esposto ai carabinieri. Secondo Claudio Calzarotto, fratello di Roberta, l'uomo doveva dare 100 euro di alimenti per i due ragazzi al mese ma il giudice non riteneva la cifra adeguata. Lo scorso novembre, finalmente Pontin aveva pagato il dovuto, lei aveva ritirato la querela, e di conseguenza la Procura di Padova aveva archiviato il caso. Quindi non sembrerebbe un attrito con l'ex moglie la causa scatenante del gesto.

Pontin, originario di Noale, in provincia di Venezia, conosciuto in paese, in passato aveva lavorato come falegname e artigiano parquettista. L'attività però era andata male e l'uomo aveva avuto problemi economici acuiti dalla pandemia. Aveva avviato una nuova attività proponendo discipline olistiche con la nuova fidanzata, Luciana Zillio, una mental-training conosciuta sei mesi fa, che sembrava avergli dato stabilità sentimentale al punto che lo scorso 8 dicembre l'aveva presentata ai parenti.

"Lo vedevo tranquillo, sereno. Ci siamo sentiti verso le 23 di sabato. Ci siamo parlati, ci siamo dati la buona notte", ha raccontato Zillio agli inquirenti. Per conquistare clienti, l'ex falegname aveva avviato su Facebook una pagina: 'Il mondo riflesso di Alessandro Pontin'. Ma i risultati di questo lavoro improvvisato, forse erano scarsi.

Aldo Calzarotto, padre di Roberta e nonno di Francesca e Pietro, ha però riferito ai giornali locali che più volte sua figlia era stata a parlare con i carabinieri "di quell’individuo che faceva cose strane. Purtroppo siamo arrivati a questo, i ragazzi sono morti e io ho perso tutti e due i miei adorati nipoti", ha detto. Qualcuno ha ipotizzato una depressione mai diagnosticata, ma gli inquirenti, per ora, preferiscono non sbilanciarsi sulle cause di questa tragedia.