Una violenza che sarebbe andata avanti per due anni. È questo il motivo per il quale gli uomini della Squadra Mobile hanno tratto in arresto un uomo di sessant'anni della provincia di Benevento. Quest'ultimo è accusato di avere compiuto abusi ai danni della propria nipotina e dovrà rispondere di "violenza sessuale pluriaggravata" davanti all'autorità giudiziaria. Nel frattempo è stata data esecuzione all'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal giudice per le indagini preliminari e richiesta dalla Procura.

Gli abusi sarebbero durati per un paio d'anni

La ricostruzione operata dagli investigatori ha portato alla luce fatti che si sarebbero configurati a partire da giugno 2016 e sarebbero perdurati fino a giugno 2018. Così sarebbero venute alla luce una serie di gravi violenze sessuali che, nel tempo, avrebbero generato conseguenze psicologiche rilevanti nella ragazzina. Quest'ultima, infatti, sarebbe arrivata a soffrire di "sindrome da stress post traumatico".

Questo, nel tempo, l'avrebbe portata a vivere con difficoltà. Crisi respiratorie e incubi notturni , ma anche la scelta di arrivare ad infliggersi in maniera autonoma lesioni corporali, testimoniate da segni sul suo corpo. Il disturbo è stato valutato e accertato da un esperto che ha offerto una consulenza tecnica sulla vicenda.

Presunto caso di abusi su minori in Sicilia con un prete protagonista

Arriva dalla Sicilia un'altra vicenda che parla di abusi sessuali su minori. In particolare la procura di Enna ha aperto un fascicolo a causa delle segnalazioni di alcuni adolescenti rispetto a presunti abusi commessi da un sacerdote. Sulla questione stanno avendo luogo gli accertamenti da parte degli inquirenti che avrebbero già iniziato a raccogliere testimonianze.

Secondo quanto riporta Repubblica le segnalazioni ricevute alla Curia avrebbero portato all'allontanamento del sacerdote dalla sua parrocchia.

Sulla vicenda la diocesi di Piazza Armerina ha inteso diramare una nota in cui esporre il proprio punto di vista sulla vicenda. Nel testo si fa menzione al fatto che il vescovo, monsignor Ghisana, "ogni qualvolta ha ricevuto notizia di eventuali delitti ha avviato i procedimenti previsti dalla normativa canonica".

Una precisazione a cui ha aggiunto di non aver ricevuto alcun tipo di comunicazione dall'Autorità Giudiziaria in cui sia stata determinata la presenza di qualche tipo di processo penale a carico di "chierici della diocesi". Nella nota, inoltre, viene espressa "piena fiducia nella Magistratura" e anche l'offerta di collaborazione per giungere a verità dei fatti "nella eventualità - si legge - che il caso sia di sua competenza".