Più il virus si diffonde, più muta. È più o meno questo il ritornello scientifico che molti virologi o infettivologi ripetono da tempo rispetto a quella che potrebbe essere l'evoluzione della pandemia da Coronavirus. E, da quando il Sars-Cov2 ha fatto irruzione nel genere umano, di varianti ne sono state trovate diverse. Dopo quella inglese a fare più notizia delle altre c'è quella brasiliana. Rispetto al virus "britannico" che aveva la caratteristica di essere sostanzialmente solo più diffusivo di quello che ormai si può definire "classico", quello sudamericano preoccupa perchè avrebbe la capacità di andare a reinfettare quanti abbiano già avuto una diagnosi di positività precedente.

Variante brasiliana, Bassetti spiega il suo punto di vista

"La variante brasiliana 'E484K' sembra essere una mutazione abbastanza significativa". Ad ammetterlo è Matteo Bassetti in delle dichiarazioni rilasciate all'Adnkronos Salute.

Cita, in particolare, un'infermiera che avrebbe subito due infezioni da coronavirus e in un tempo non troppo ampio. "E' molto simile - ha precisato il direttore delle Malattie Infettive del San Martino - alla variante Sudafricana, evidentemente riesce a sfuggire al nostro sistema immunitario. E' chiaro che queste mutazioni vanno adeguatamente e meticolosamente studiate anche in Italia perché il virus sta circolando".

Vaccino Covid, lo scenario resta tranquillizzante

Quello di Bassetti appare più che altro un monito affinché ci si sensibilizzi rispetto alla necessità di mettere gli scienziati nelle condizioni di poter svolgere un cruciale lavoro di ricerca. Non a caso l'infettivologo ha puntualizzato come per indagini di questo tipo siano necessarie attrezzature adeguate per le attività di laboratori e di conseguenza anche sforzi sul profilo degli investimenti.

Anche perchè, come lo stesso Bassetti ha puntualizzato, è uno scenario concreto quello che in futro prossimo possano palesarsi nuove varianti del coronavirus. Al momento il vaccino sembra continuare a mantenere efficacia con la maggior parte delle nuove forme di virus emerse, ma anche qualora dovesse prendere vita una forma resistente esiste la possibilità di mettere in campo una strategia di contrasto valida. "Sappiamo - ha puntualizzato Matteo Bassetti - che il vaccino può essere modificato, come già avviene per quelli antinfluenzali, per contrastarle".