C'è la svolta nel delitto di Faenza. Per l'omicidio di Ilenia Fabbri, sono stati fermati l'ex marito, il 53enne Claudio Nanni, e un conoscente, un coetaneo pregiudicato, Pierluigi Barbieri. Lo scorso 6 febbraio alle sei di mattina, la 46enne è stata uccisa nella sua abitazione di via Corbara. Dall'11 febbraio, Nanni era indagato a piede libero per omicidio pluriaggravato in concorso con ignoto, che ora però ha un nome.
Da subito, gli inquirenti si erano convinti che si fosse trattato di un delitto premeditato e su commissione, che il mandante fosse Nanni e che il sicario non fosse un professionista.
Nanni che aveva partecipato anche ai funerali dell'ex moglie, si è sempre proclamato innocente e Arianna, la figlia avuta dalla vittima, lo ha difeso a oltranza.
Delitto di Faenza, gravi elementi indiziari
Stanotte alle tre, Nanni e Barbieri sono stati raggiunti da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere emessa dal gip Corrado Schiaretti, su richiesta dei pm Daniele Barberini e Angela Scorza a conclusione delle indagini della Squadra Mobile di Ravenna e dello Sco, il Servizio Centrale Operativo. Nanni, presunto mandante dell'omicidio, è stato prelevato dalla sua abitazione a Faenza sotto gli occhi della figlia Arianna che da quando è successa la tragedia, è andata a vivere con lui. Barbieri è stato prelevato a Rubiera di Reggio Emilia, dove abita.
Stamattina, nel corso di una conferenza stampa, i pm e il dirigente della Squadra Mobile di Ravenna, Claudio Cagnini, hanno illustrato i gravi elementi indiziari che hanno portato al duplice fermo. Secondo la ricostruzione della Procura, Nanni avrebbe concepito a freddo un piano omicidiario, nella realizzazione costellato da molti errori, dettato da un crescente rancore verso l'ex moglie e da un movente esclusivamente economico.
Al meccanico faentino, dopo la separazione nel 2018, era stata tolta la casa di via Corbara, assegnata a Ilenia Fabbri. C'era un contenzioso in corso al tribunale civile di Ravenna: l'udienza si sarebbe dovuta tenere il 26 febbraio. L'ex moglie, da cui era separato ma non ancora divorziato, gli aveva fatto causa: vantava una somma di 500mila euro per lavoro non retribuito svolto in 18 anni di vita coniugale nell'officina di famiglia, e poi in una gelateria, infine venduta da Nanni a insaputa di lei.
"Adesso non voleva riconoscere alla moglie quanto le spettava", le parole del pm Scorza.
Aveva immediatamente insospettito gli inquirenti l'alibi troppo perfetto di Nanni: la partenza con la figlia, che era andato a prendere a via Corbara, la mattina del 6 febbraio, poco prima che entrasse in scena il killer nella casa dove vivevano madre e figlia. Poi si sono aggiunte le testimonianze su ripetute minacce fatte da Nanni a terzi estranei e non in modo generico, ma manifestando la volontà di uccidere Ilenia mandando qualcuno "a farle la festa". Minacce ne aveva fatte anche direttamente alla ex moglie che a Natale aveva confidato alle amiche di sentirsi in pericolo.
Delitto di Faenza, i contatti tra Nanni e il presunto sicario
Nanni e Barbieri si conoscono da tempo: in comune hanno la passione per le moto. Ad inchiodarli, sarebbero stati tabulati telefonici e immagini di telecamere che dimostrerebbero ripetuti contatti e incontri prima del delitto. Barbieri alto e di corporatura robusta, corrisponde all'identikit fornito dalla testimone oculare del delitto, un'amica di Arianna, e a quello dedotto dalle immagini di una telecamera privata di un'abitazione nella zona dell'omicidio.
I due avevano ripreso i contatti da alcuni mesi. Il presunto killer, è noto nella malavita locale per essere un picchiatore su commissione in cambio di modesti compensi. Per la Procura di Ravenna, un soggetto disposto a uccidere per una manciata di euro.
L'uomo è stato in carcere fino allo scorso 10 agosto. Era stato arrestato ad aprile 2020 con altre tre persone per una raid punitivo contro un 52enne disabile, pestato per un debito non pagato. Ora in carcere c'è tornato: è stato trasferito in quello di Rimini in attesa dell'interrogatorio di garanzia. Secondo l'ipotesi investigativa, i due dopo l'estate si sono visti per organizzare il piano omicidiario. Da chiarire quale prezzo avrebbero fissato per uccidere la donna.
Il 20 e il 29 gennaio si sono incontrati: una telecamera del distributore vicino all'officina di Nanni li ha immortalati assieme. Alle 5 e 15 del giorno del delitto, l'auto di Barbieri è stata ripresa nella zona dell'omicidio per poi allontanarsi da Faenza.
Per il gip, Nanni sarebbe stato un mandante-basista-cooperatore materiale: avrebbe condotto il complice a fare sopralluoghi, gli avrebbe fornito indicazioni sulla casa della vittima e soprattutto il duplicato delle chiavi.