Il Coronavirus mieterà ancora tante vittime. È una delle poche certezze che sembrano esserci in una pandemia che dura ormai da un anno. Non un fatto consolante, se si considera che il 16 marzo rappresenta il giorno in cui si è tornati a superare la soglia delle 500 vittime. E, in un'intervista rilasciata dall'Adnkronos Salute, l'infettivologo del Sacco di Milano Massimo Galli ha fatto capire non c'è da aspettarsi un miglioramento della situazione nel breve termine.

Coronavirus, Galli parla della situazione relativa ai decessi

"Purtroppo - ha detto il professore Massimo Galli in relazione al numero dei morti - nei prossimi giorni si impennerà in modo piuttosto netto".

Una notazione fatta chiarendo come questi sarebbero, di fatto, vittime della "nuova ondata".

La previsione dell'infettivologo proviene dall'esperienza maturata con le precedenti ondate, in cui si è avuta un'evoluzione di infezioni. È difficile però stimare quale potrà essere con esattezza la crescita dei decessi. "Se si guarda - ha chiarito il medico - alla precedente ondata, si fa una proporzione tra il dato dei ricoveri che salivano e i morti che aumentavano con una sfasatura di qualche giorno, si potrebbe fare qualche previsione".

Variante inglese e letalità, la situazione descritta da Galli

Come è noto l'ondata in corso ha nella variante inglese un fattore che sta giocando un ruolo decisivo.

A lungo si è parlato del fatto che la sua forza principale sarebbe rappresentata da una maggiore contagiosità.

Non parevano esserci, però, notazioni rispetto alla possibilità che potesse in qualche modo rappresentare un agente infettante più letale. Galli ha, però, sottolineato come oggi ci sono un paio di "allarmanti lavori", intese come ricerche scientifiche che racconterebbero di una possibile maggiore letalità del ceppo britannico del virus. A fare da contraltare a tutto questo ci sarebbero anche cure contro il Covid più raffinate e in grado di sfidare la malattia in maniera più efficace.