Lunedì 19 aprile Beppe Grillo, uno dei fondatori del M5S, ha pubblicato sul blog personale e sulla pagina Facebook ufficiale un video in cui difende con toni piuttosto concitati il figlio Ciro, indagato insieme ad altre tre persone dalla procura di Tempo Pausania per violenza sessuale nei confronti della coetanea S.J.

L'indagine, aperta dalle forze dell'ordine sarde, fa riferimento ai fatti accaduti nell'estate del 2019 nella casa del politico a Porto Cervo, dove Ciro avrebbe trascorso le vacanze in quell'anno. Nel registro degli indagati figurano iscritte 4 persone e, secondo i giornali, la procura deciderà in breve tempo se procedere con il loro rinvio a giudizio o archiviare il caso.

Grillo ha deciso di difendere pubblicamente il figlio girando un video che ha avuto una massiccia eco mediatica.

Il video

Nella sua testimonianza, Grillo si dice certo del fatto che la violenza sessuale ai danni di S.J. non sia mai avvenuta e che i rapporti con la donna fossero consensuali, così come dimostrerebbe - a suo dire - la presenza di un video in cui, ''passaggio per passaggio'', si vedrebbe la piena volontà all'atto fisico.

Per avvalorare la sua tesi, l'uomo evidenzia che l'abuso sia stato denunciato con ritardo e, rivolgendosi direttamente alle forze di polizia sarde, domanda: ''Perché una persona che viene stuprata la mattina, al pomeriggio va in kitesurf, e dopo 8 giorni fa una denuncia, vi è sembrato strano".

Il pentastellato si scaglia duramente anche contro la stampa, accusata di dipingere il figlio ''su tutti i giornali come uno stupratore seriale''.

L'accaduto

Secondo le ricostruzioni diramate a mezzo stampa, i fatti si sarebbero svolti nella villa sarda di proprietà di Grillo nella notte tra il 15 e il 16 luglio 2019. Gli investigatori hanno fornito una prima versione dell'accaduto dopo aver raccolto le testimonianze della vittima e di alcuni testimoni; secondo quanto chiarito finora, Ciro Grillo e 3 suoi amici, dopo aver trascorso la serata nella discoteca Billionaire, avevano lasciato il famoso locale della Costa Smeralda in compagnia di S.J.

e della sua amica R.M. per dirigersi verso l'abitazione del padre del giovane.

Da questo punto in poi le dichiarazioni degli indagati e della vittima divergono tra loro; la ragazza sostiene infatti di essere stata abusata prima da uno dei giovani e, in seguito, dagli altri 3 mentre l'amica che l'aveva accompagnata dormiva. I quattro ragazzi confermano il rapporto sessuale ma sostengono che S.J.

fosse consenziente.

Alla luce di tutto questo, la procura sarda sostiene la tesi secondo la quale non ci fu ''sesso consenziente'' ma ''violenza sessuale di gruppo''; da quanto dichiarato negli atti sembra infatti che la vittima sia ''stata costretta'' ad avere rapporti sessuali con i quattro indagati in camera da letto e che poi, uno di loro, avesse continuato ad abusarne nel box doccia del bagno mentre gli amici non coinvolti assistevano.

Successivamente S.J. era stata obbligata a bere mezza bottiglia di vodka e, sempre secondo i magistrati, l'eccessivo tasso alcolico della bevanda le aveva fatto perdere conoscenza fino alle 15 del 16 luglio, ora in cui la vittima e l'amica erano riuscite a tornare a casa a Palau.

Le indagini sono durate circa due anni e hanno previsto l'analisi dei cellulari della vittima e degli indagati nonché alcune intercettazioni telefoniche che hanno coinvolto anche Parvin Tadjk, madre di Ciro e moglie di Grillo.

Il verdetto del tribunale sardo dovrebbe arrivare a giorni, secondo quanto chiarito da diversi quotidiani, e, qualora gli indagati dovessero risultare colpevoli, dovranno rispondere dell'accusa di violenza sessuale di gruppo.