Esattamente tre mesi fa, Laura Ziliani è sparita nel nulla in Val Camonica. Oggi, 8 agosto, è stato trovato un corpo di una donna lungo l'argine del fiume Oglio che conduce alla centrale idroelettrica di Temù, in provincia di Brescia. Si teme che possa essere proprio quello dell'ex vigilessa del comune di Roncadelle in Val Camonica.
Laura Ziliani, un ritrovamento
Induce a pensare che il corpo trovato sull'argine del fiume Oglio sia di Laura Ziliani il fatto che sia stato scoperto non distante dal luogo dove è stata recuperata una scarpa che sarebbe appartenuta proprio alla 55enne scomparsa.
A fare la scoperta, stamattina, sulla riva del fiume, è stata una persona che passava sulla ciclabile e che ha dato l'allarme. Sul posto, oltre ai Vigili del Fuoco, è arrivata la Scientifica dei carabinieri per i primi esami. Il corpo rinvenuto è irriconoscibile e per risalire all'identità serviranno accertamenti. Si ipotizza che l'Oglio in piena lo abbia trasportato fino a depositarlo sulla riva. Ma il sindaco di Temù, Giuseppe Pasina, anche lui giunto sul posto, sostiene che quel corpo quasi certamente sarebbe di Laura Ziliana e che sarebbe stata uccisa in quel luogo e poi coperta con del materiale nel prato, in questi giorni portato via dal maltempo.
La passeggiata da cui non sarebbe mai tornata
L'8 maggio scorso, Laura Ziliani sarebbe partita dalla casa di Temù per fare una passeggiata. Amante della montagna e del trekking, era un'esperta camminatrice e conosceva bene la zona. Da quell'escursione, però, non sarebbe mai più tornata. A denunciarne quasi subito la scomparsa, a mezzogiorno, con una telefonata ai carabinieri che li ha insospettiti, era stata la figlia maggiore.
Aveva riferito ai militari che sua madre non era rientrata da un'escursione e mancava da casa dalle 7 e 5 di quella mattina.
La donna, madre di tre figlie, era vedova dal 2012: suo marito morì tragicamente travolto da una valanga in alta Valle Camonica. A Temù era stata vigilessa fino a qualche anno fa, per poi tornare a vivere a Brescia, sua città d'origine.
Dopo aver raccolto testimonianze di amici e conoscenti, gli inquirenti hanno escluso il gesto estremo perché non ne avrebbe avuto motivo: stava vivendo una sorta di seconda giovinezza e non avrebbe mai lasciato la seconda figlia affetta da autismo.
Le ricerche sono cominciate il giorno stesso della scomparsa, inizialmente con l'ausilio di due figlie. Negli otto giorno successivi, è stata passata al setaccio un'ampia area e sono stati battuti i sentieri in un raggio di cinque chilometri dall'abitazione da cui sarebbe partita. La diga è stata svuotata per escludere che potesse essere finita in acqua. L'ausilio dei cani molecolari non ha portato a una svolta, e nessun risultato hanno dato le ricerche a Temù, tra case e cantieri, edifici industriali e una cascina diroccata.
Le ricerche sono riprese dal 23 maggio quando un residente ha notato una scarpa con un buco sulla tomaia, che secondo una delle figlie sarebbe della madre. Per un'altra, no.
Due figlie indagate per omicidio, incongruenze
Dopo la scomparsa della donna, la Procura di Brescia ha aperto un fascicolo. Il 28 giugno, con l'accusa di omicidio volontario e occultamento di corpo, sono state iscritte nel registro degli indagati tre persone: due delle tre figlie della donna, la più grande e la più piccola di 27 e 19 anni, e il fidanzato della maggiore. La pm Caty Bressanelli avrebbe riscontrato troppe incongruenze nei loro racconti. Gli inquirenti si chiedono se Laura Ziliani sia mai realmente partita per l'escursione.
Se così fosse stato, la mattina di sabato 8 maggio, sarebbe dovuta essere ripresa almeno da una delle telecamere del paese. L'abitazione di Temù in cui vive una delle figlie e da cui sarebbe uscita la mamma la mattina della scomparsa, è stata posta sotto sequestro. Il 27 luglio c'è stato un sopralluogo di tre ore dei carabinieri nella casa: è stato ispezionato il seminterrato, sono stati fatti scavi anche sotto il pavimento dell'edificio, ma senza riscontri.
C'è poi il problema del cellulare della donna trovato nella cantina, incastrato tra una panca e le scale. L'ultima volta che è stato attivo è la sera di venerdì 7 maggio, giorno in cui i vicini di casa a Brescia hanno visto l'ex vigilessa.
Ma la figlia maggiore, ha riferito di aver visto la madre utilizzare il telefono sabato mattina prima di uscire. Manca all'appello anche un orologio gps da cui Laura Ziliani non si separava mai durante le sue escursioni Gli inquirenti dubitano che la donna scomparsa sia mai arrivata a Temù. Incerto, infine, il movente del presunto omicidio: tra l'ex vigilessa e le due figlie indagate, ci sarebbero state liti per l'amministrazione sia dell'appartamento dove viveva la maggiore, che su altri immobili di proprietà della donna.