Dopo sette giorni di ricerche si è concluso nel peggiore dei modi il giallo della scomparsa di Giacomo Sartori: il corpo ormai privo di vita del 29enne tecnico informatico, originario di Mel in provincia di Belluno, è stato ritrovato venerdì 24 settembre verso le 11 di mattina, impiccato a una quercia all’interno di un agriturismo. L’albero si trova a meno di cento metri dal punto nel quale mercoledì avevano scoperto la sua auto, abbandonata nelle campagne di Cascina Caiella, a Casorate Primo, nel Pavese settentrionale. Nessuno aveva più notizie di Giacomo Sartori dalla tarda serata di venerdì 17 settembre, passata con gli amici in una vineria nella zona di Porta Venezia a Milano.

Mentre il ragazzo era nel locale, qualcuno gli aveva sottratto lo zaino, all’interno del quale c’erano due computer e un cellulare aziendale della ditta di software di Assago presso la quale lavorava. E proprio questi dispositivi elettronici, che gli inquirenti stanno cercando, potrebbero essere la chiave per risolvere il mistero della scomparsa e del successivo decesso del giovane. Infatti l’ipotesi di chi indaga sul caso è che il 29enne possa aver raggiunto quel luogo seguendo il segnale del cellulare aziendale, che aveva riposto nello zaino rubato.

Il ritrovamento del corpo di Giacomo Sartori

Le ricerche di Giacomo Sartori si erano concentrate in quella zona, dopo il rinvenimento della vettura del giovane.

A fare la macabra scoperta del corpo è stata una volontaria della protezione civile di Bereguardo: la donna ha inizialmente notato l’altro telefono del ragazzo e le chiavi della sua auto, riposti ordinatamente per terra. A quel punto le è bastato alzare gli occhi per scorgerlo tra le fronde di una vecchia quercia, appeso a un ramo a pù di tre metri di altezza.

Essendo nascosto dalle foglie, era passato inosservato per giorni, nonostente quel luogo fosse frequentato. Infatti la quercia si trova all’interno del frutteto di un agriturismo: tuttavia né i contadini né i titolari dell’azienda agricola avevano visto nulla.

Si attende l’autopsia per chiarire il mistero della fine di Giacomo Sartori

I carabinieri del Nucleo investigativo di Milano indagano sull’accaduto, sotto il coordinamento del pm Andrea Zanoncelli della procura di Pavia: al momento l’ipotesi più plausibile sembra essere quella di un gesto volontario da parte di Giacomo Sartori. Tuttavia bisogna verificare diversi elementi prima di avere la certezza che il giovane, che non ha lasciato alcun messaggio o biglietto, si sia tolto la vita. Nel frattempo è stato aperto un fascicolo contro ignoti per omicidio colposo, per permettere di eseguire l’autopsia e gli ulteriori accertamenti utili a chiarire la dinamica dei fatti. Appare probabile che Giacomo si sia ammazzato già nella notte tra venerdì e sabato o comunque poche ore dopo: il suo telefonino personale è rimasto in funzione fino all 7:15.

Tra le varie stranezze riscontrate dai militari dell'Arma vi è quella del luogo scelto per compiere il gesto estremo: come detto, sembra probabile che il tecnico informatico sia arrivato in quel posto, in cui non era mai stato prima, seguendo il segnale del cellulare aziendale, che era nello zaino rubato.

Giacomo Sartori avrebbe compiuto due diversi tentativi di togliersi la vita

Il corpo di Giacomo Sartori era appeso alla quercia mediante una grossa prolunga elettrica: probabilmente si tratta di una di quelle che i proprietari dell’agriturismo conservavano sul retro della cascina, insieme ad altri attrezzi agricoli. Quindi, per i carabinieri, il giovane si sarebbe addentrato fino al cortile dell’edificio, in una zona illuminata tutta la notte da un faro.

Tuttavia si è scoperto che ci sarebbe stato in precedenza un primo tentativo di togliersi la vita da parte del ragazzo, utilizzando una catena bianca e rossa, che però non avrebbe retto al peso del 29enne, spezzandosi. Dunque Giacomo potrebbe essere sceso dalla quercia, dirigendosi verso il casolare per cercare una corda più resistente e lì avrebbe trovato il cavo elettrico: una dinamica che sembra non convincere del tutto gli inquirenti.