Sono giorni di tensione in casa Juventus per l'inchiesta della Guardia di Finanza, dopo la perquisizione delle sedi sociali di Torino e Milano avvenute nella serata di venerdì 26 novembre.
Sono anni che in Italia nel calcio vengono usate le plusvalenze da parte delle varie società. Il club bianconero, però, è quotato in Borsa, e per questa ragione la Consob (organo di controllo del mercato finanziario italiano) ha voluto approfondire la questione andando a fondo sulle relative operazioni coinvolte. Così è iniziata l'inchiesta delle Fiamme gialle sui conti del biennio 2019/21.
Nello specifico l’inchiesta, denominata "Prisma" è partita con l’ipotesi di falso in bilancio e false fatturazioni a maggio del 2021.
La società bianconera: 'Collaborazione, chiarezza e serenità'
Nella tarda serata di ieri 27 novembre la Juventus ha rilasciato un lungo comunicato stampa in cui si parla di “collaborazione, chiarezza e serenità”.
"Come doveroso, la Juventus sta collaborando con gli inquirenti e con la Consob e confida di chiarire ogni aspetto di interesse degli stessi, ritenendo di aver operato nel rispetto delle leggi e delle norme che disciplinano la redazione delle relazioni finanziarie" si legge nella nota. La società prende quindi atto dell'inizio delle indagini ed si dive disponibile a collaborare, certa di aver agito nella regolarità.
Cosa potrebbe rischiare il club bianconero: i casi simili precedenti
Alla base dell'indagine della procura di Torino e della Guardia di Finanza ci sono plusvalenze per 282 milioni in tre anni connotate da valori fraudolentemente maggiorati. Una plusvalenza, ovvero il guadagno effettivo sul cartellino di un giocatore, di per sé non è affatto un reato, ma è il modo in cui, grazie al mercato, moltissime società guadagnano ogni anno.
Il problema nasce quando ai giocatori si danno prezzi troppo elevati (non ritenuti congrui) e questi giocatori vengono scambiati.
Fatti simili piuttosto recenti avevano riguardato il Chievo e il Cesena, che proprio in merito allo scandalo delle plusvalenze gonfiate dopo poco sono andate in rovina. In quel caso le penalizzazioni prevedevano la perdita di punti nel campionato successivo, partendo così in svantaggio rispetto alle altre squadre.
Un'indagine della Procura federale aveva riscontrato diversi illeciti amministrativi tra gli anni 2015 e 2018 che si erano consumati, per l'accusa, in una serie di plusvalenze tra la società clivense e il Cesena per gonfiare i ricavi e avere così l’iscrizione ai campionati, anche se non ne avevano i requisiti. Il Tribunale Federale Nazionale sanzionò il Chievo con 200 mila euro di multa, tre mesi di inibizione per il presidente Campedelli e tre punti di penalizzazione in classifica. La Procura federale chiese per il Cesena 15 punti di penalizzazione, che corrispondevano a 5 punti di penalizzazione per ognuno dei bilanci sotto accusa (2014/2015, 2015/2016 e 2016/2017), ma non li scontò, in quanto la società per problemi di passivo non riuscì a iscriversi alla serie B.
Il Codice di giustizia sportiva della Figc lascia molta discrezionalità al giudice: si parte dall'ammenda con diffida, alla decurtazione di punti per arrivare all'esclusione dal campionato di competenza.
Juventus, ascoltato Federico Cherubini
Stando a quanto si apprende gli indagati della Juventus sono sei: il presidente della Juventus Andrea Agnelli, il vicepresidente Pavel Nedved, l'ex responsabile dell'area sportiva Fabio Paratici, l'attuale Chief Corporate & Financial Officer Stefano Cerrato, l'ex Chief Corporate & Financial Officer, Stefano Bertola e l'ex dirigente finanziario Marco Re.
Nella giornata di sabato invece è stato ascoltato in Procura a Torino il successore di Paratici (ora al Tottenham), ossia Federico Cherubini, nella veste di persona informata dei fatti.
Per fare in modo che nessun giornalista si avvicinasse, i carabinieri hanno presidiato la stanza in cui si è tenuto l'interrogatorio.
La Covisoc e le plusvalenze
La Covisoc (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio Professionistiche) ha fatto sapere che la questione delle plusvalenze può riguardare anche altre società. In effetti l'escamotage finanziario ora tornato sotto la lente d'ingrandimento sembra non riguardare solo i bianconeri e i suoi dirigenti: "La cosa non riguarda solo la Juve e la Cosovic l'ha individuata dall'autunno 2020 per decine di operazioni. Subito dopo sono arrivate le richieste di chiarimenti dalla Consob", questo è quanto ha fatto sapere una fonte della Covisoc. "Si creano effetti sugli utili a sostegno del patrimonio, senza liquidità".