Il 16enne diventato rapinatore che a Torino ha accoltellato il brigadiere Maurizio Sabbatino, ora dice di essere distrutto, disperato. Vorrebbe chiedere scusa al carabiniere, sposato e padre di figli, ricoverato nel reparto di rianimazione dell'ospedale San Giovanni Bosco. Sottoposto oggi a un nuovo intervento chirurgico per le lesioni riportate a fegato e polmoni, resta in prognosi riservata. Lunedì 29 novembre, con il 18enne Francesco che sarebbe stato l'ideatore del colpo, il 16enne ha fatto irruzione nella farmacia comunale di corso Vercelli per una rapina da 900 euro.

Torino, il 16enne: 'Ero spaventato, volevo fuggire'

Lunedì scorso, i due ragazzi sono arrivati alla farmacia comunale di corso Vercelli poco prima delle 19 con il volto coperto, armati di due scacciacani e coltelli. Si erano fatti consegnare i soldi della cassa, quando è entrato il brigadiere fuori servizio per comprare dei medicinali. "Non è stata la rapina del tossico che si accontenta, ci siamo molto spaventate. Quei due erano incappucciati e violenti", la testimonianza di Maria Grazia Gallocchio, direttrice della farmacia di corso Vercelli alla periferia nord di Torino. Sabbatino, disarmato, dopo essersi qualificato, ha cercato di bloccarli, facendoli inginocchiare. Dei due, però, il 16enne ha reagito e lo ha accoltellato.

Poi è fuggito a bordo di uno scooter guidato dal maggiorenne.

I due si sono liberati di tutto. Francesco non è tornato a casa, ha dormito nell’androne di un palazzone popolare dove la mattina dopo è stato preso dai carabinieri. Invece, quella stessa sera, a cena, il 16enne è crollato e ha raccontato tutto ai genitori. Si è andato a costituire al commissariato di Madonna di Campagna accompagnato dal padre.

Agli inquirenti, il ragazzino ha raccontato che avrebbe preso il coltello che aveva in tasca per tagliare la manica del giubbotto perché il brigadiere gli teneva il braccio. In quel momento sarebbe stato spaventato, avrebbe voluto solo scappare, sentendosi tirare. Ma non ha saputo spiegare il perché abbia accoltellato quattro volte il carabiniere colpendolo al torace, all'addome e a una gamba.

"Sono distrutto, disperato, chiedo scusa a quel carabiniere, non volevo finire in questo casino", ha detto. Il 16enne, ora, racconta di non aver voluto prendere la sua parte di soldi. "Lui è pentito, non vuole minimizzare il suo gesto ma non sa cosa sia accaduto", ha riferito l'avvocato Marco Marchio che lo assiste. Sottoposto a fermo e trasferito in un centro d'accoglienza, deve rispondere di tentato omicidio e rapina aggravata. "Ammetto che è stato sconvolgente scoprire che i due rapinatori sono giovanissimi", le parole della farmacista. Tutta la scena, infatti, è stata ripresa dalle telecamere di sorveglianza del locale.

Torino, la testimonianza di un coetaneo

Perché un 16enne incensurato decide di partecipare a una rapina?

Il ragazzo avrebbe conosciuto il maggiorenne ai giardinetti della periferia di Torino a novembre. Secondo la testimonianza, ora al vaglio degli inquirenti, di un coetaneo che li conosceva entrambi, il 18enne gli avrebbe iniziato a parlare di rapine, ne voleva progettare una. Il testimone avrebbe rifiutato la proposta, alla fine il 18enne avrebbe intimato al 16enne di essere suo complice. Il 18enne, che ha un precedente per furto, tre mesi fa aveva acquistato su Internet tutto il 'kit da rapinatore': due scacciacani, coltelli, passamontagna, zainetti. Su Facebook, poi, per 300 euro, aveva acquistato lo scooter Honda che è servito per la fuga. I due avrebbero fatto tutto questo per atteggiarsi a criminali e fare i bulli sui social.

I genitori: 'Si è fatto trascinare, è un bravo ragazzo'

I genitori del 16enne si dichiarano increduli, vorrebbero chiedere scusa per il gesto compiuto dal figlio. "Siamo sconvolti, vorremmo incontrare la famiglia del carabiniere". Parlando del figlio poi hanno raccontato: "Si è fatto trascinare, è un bravo ragazzo. Non si è reso conto di quello che stava facendo", hanno detto. Del loro figlio sanno che usciva nel quartiere, frequentava i coetanei, ma non si erano accorti di nulla. Il ragazzo ha una sorella di pochi anni più grande con cui si confidava, ma neanche lei sapeva nulla di quel che covasse il 16enne.

"Sono orgogliosa di mio marito", sono state invece le parole di Ornella, moglie del carabiniere che è andata a trovarlo in ospedale, anche se il momento è assai doloroso per la famiglia.

Nessun commento, invece, sul ragazzino che ha accoltellato il marito. Il padre di Francesco, diventato 18enne da poco più di un mese, non ha fatto altro che piangere da quando ieri pomeriggio, con l’avvocato e i carabinieri è entrato in Procura per accompagnarlo all’interrogatorio con il pm Marco Sanin. Non ha neanche provato a giustificare il figlio. "Spero capisca la gravità del suo gesto", ha detto in lacrime.

NOTA DI CORREZIONE 2/12/2021: Questo articolo è stato modificato a partire dal titolo in data 2/12/2021 perché una precedente versione non riportava chiaramente chi avesse pronunciato il virgolettato: 'Ora sono disperato, gli chiedo scusa'