Arrivato il via libera di Ema e Ecdc alla quarta dose di vaccini mRna contro il coronavirus, ma solo per la popolazione fragile di età pari o superiore a 80 anni. Entrambe le agenzie, d'altra parte, frenano sulla possibilità di estenderla ad altre fasce d'età o alla popolazione generale, almeno fino a quando non saranno disponibili ulteriori dati.

Le indicazioni di Ema e Ecdc

L'Ema, agenzia europea per i medicinali, ha raccomandato ai Paesi Ue di somministrare una quarta dose (o "secondo booster") di vaccino agli ultraottantenni con almeno quattro mesi di intervallo dalla terza.

Questo perché, in base alle prime evidenze scientifiche, sembra che questa categoria di fragili necessiti di una ulteriore protezione mediante vaccinazione. L'indicazione dell'Ema, tuttavia, non è vincolante poiché spetterà a ciascun governo nazionale decidere in merito alle concrete modalità di somministrazione della nuova dose.

La task force Covid-19 congiunta Ema-Ecdc ha poi aggiunto che è ancora presto per parlare di quarta dose per altre fasce di popolazione o addirittura per la popolazione generale, poiché in questi casi (a differenza degli over 80) non si hanno ancora evidenze tali da giustificare un utilizzo immediato del secondo booster. Per la fascia d'età 60-79 anni, ad esempio, non ci sono riscontri o prove di una diminuzione della protezione del vaccino contro la malattia grave.

Pertanto, decisioni in merito alla somministrazione per persone al di sotto degli 80 anni slitteranno più in avanti, in attesa di ulteriori dati e approfondimenti.

Il rischio Covid nei più fragili

La necessità di procedere con una quarta iniezione di vaccino per gli over 80 è suffragata dai dati sui decessi che continuano a registrarsi per questa fascia d'età.

Infatti, sebbene il tasso di mortalità attuale (proprio grazie ai vaccini) sia ben lontano da quello delle prime ondate, soprattutto i più fragili hanno ancora elevate possibilità di ammalarsi e morire nel caso in cui contragga il virus.

A fornire un'ulteriore motivazione a sostegno di questa necessità sono i dati contenuti nell'ultimo bollettino mensile dell'Istituto superiore di sanità relativi ai decessi: tra il 2 febbraio e il 6 marzo, infatti, si sono registrati 3798 decessi di cui ben 2629 (più del 70%) fra gli over 80.

Fra questi ultraottantenni deceduti a motivo del Covid, tra l'altro, 1272 (il 50% circa) avevano già effettuato la terza dose. Di qui la raccomandazione dell'Ema a far scattare subito la vaccinazione con il secondo booster per questa fascia d'età, dato che la somministrazione del primo booster (per molti di loro) potrebbe risalire già a più di quattro mesi fa.

La situazione pandemica in Italia e in Europa

In Italia, nella prima settimana dalla fine dello stato di emergenza, la curva dei nuovi casi di Covid-19 si mantiene sempre piuttosto elevata, con numeri che si ripercuotono anche sulla mortalità e sulla pressione ospedaliera (pur se con un'intensità decisamente minore rispetto al passato).

Infatti, la percentuale di occupazione dei reparti ordinari è salita al 16%, di poco sopra rispetto alla prima soglia di allerta (fissata al 15%).

Come sottolinea anche l'Organizzazione mondiale della sanità, c'è una preoccupazione crescente in quanto persistono dei "focolai significativi" in diversi Paesi del mondo, specialmente in ambito europeo. Proprio per questo motivo l'Europa, su impulso di alcuni Stati (Italia e Germania in particolare), sta cercando di muoversi in maniera uniforme relativamente alle prossime decisioni in materia di nuove iniezioni di vaccino contro il Coronavirus.