Potrebbero trovarsi all'estero, Annalisa Lucifero, 39 anni, e la figlia Cora di 9, scomparse nel nulla da Olgiate Molgora, comune di 6mila abitanti in provincia di Lecco, tre settimane fa. Sembrerebbe che la donna temesse che la figlia venisse affidata all'ex marito, Stefano Zardin, 39 anni, a cui sono già stati affidati gli altri due figli. Finora le ricerche non hanno avuto alcun esito. Oggi, 4 aprile, a Storie Italiane è arrivato un importante tassello nella ricostruzione del caso: la testimonianza di don Giancarlo, il parroco di Olgiate Molgora.

Lecco, fuga preparata da tempo

Ad alcuni amici, Annalisa Lucifero aveva detto che sarebbe partita per una vacanza, ma le iniziative da lei intraprese farebbero pensare a una fuga premeditata da tempo, pianificata nei minimi dettagli: aveva disdetto l'affitto, chiuso le utenze, venduto gli arredi e svuotato l'appartamento in cui viveva con la figlia Cora, a Olgiate Molgora. La fuga, che risalirebbe al 12 marzo, sarebbe avvenuta appena prima dell'incontro con il giudice del Tribunale dei minori che avrebbe dovuto decidere se affidare la bambina, attualmente assegnata alle assistenti sociali, al padre come già gli altri due due figli di 14 e 12 anni.

L'ipotesi troverebbe conferma nel messaggio inviato da Annalisa a don Giancarlo su WhatsApp lo scorso 7 febbraio per giustificare sue "possibili assenze".

La donna e il sacerdote si conoscono bene: fino al momento della scomparsa, infatti, era impegnata in parrocchia come stimata catechista dei bambini. Nel messaggio spiega perché non avrebbe continuato il compito svolto in parrocchia. "Sono sconvolta, estremamente addolorata, specie per Cora che con lui non ha vissuto. È andata nel peggiore dei modi, non chiamatemi perché non voglio parlarne.

Avviso solo perché comprendiate il mio silenzio", scrive. E, da allora, realmente è calato il silenzio sulla sua vita e quella della bambina. Già a inizio febbraio, quindi, avrebbe temuto di perdere Cora: se fosse stata affidata al padre, avrebbe potuto vederla ogni 15 giorni, come gli altri due figli che vivono con Zardin a Somma Lombardo, nel varesotto.

"Da allora non ha più voluto parlare con nessuno e ha chiuso. Qui aveva preso una casa grande apposta per riprendersi i figli", ha riferito il sacerdote. Secondo don Giancarlo, sentendo venir meno la fiducia in lei come madre, si sarebbe persa. Non sono state rese note le ragioni per cui i servizi sociali avrebbero ritenuto non idonea la mamma, ben voluta in nel paese lecchese.

Dopo la denuncia di scomparsa presentata dall'ex marito ai carabinieri, la Procura di Lecco ha aperto un fascicolo per sottrazione di minori e diffuso foto segnaletiche di madre e figlia. La donna, alta 1 metro e 75, corporatura esile, capelli castano e occhi azzurri, ha diversi tatuaggi. in particolare, uno sull'anulare della mano sinistra a forma di serpente, e uno sulla spalla destra.

L'appello dell'ex: 'Torna, cerchiamo un dialogo'

"Ovunque tu sia torna, i ragazzi sono preoccupati, non è questo il modo di risolvere i problemi. Cerchiamo un dialogo per il bene dei ragazzi. Questa fuga sta preoccupando tutti quanti, anche gli altri tuoi figli. Cerchiamo in tutti i modi di parlare. E ritorna". È finora rimasto lettera morta l'appello lanciato da Zardin all'ex moglie. I due sono separati dal 2014 e divorziati da sei anni. Lei ha vissuto prima a Rho, poi a Olgiate.

Cora a Olgiate frequentava la quarta elementare. Annalisa aveva detto alle maestre che entrambe sarebbero tornate con il padre. E così, quando la bimba non si è presentata in classe lunedì il 14 marzo, nessuno si è preoccupato.

Ma a casa del padre, dove la settimana prima della scomparsa Annalisa aveva portato alcuni vestiti di Cora, madre e figlia non sono mai arrivate.

Lecco, prima della scomparsa testa rasata e preghiere

Secondo la testimonianza di conoscenti, prima di sparire Annalisa si sarebbe rasata i capelli. Solo di recente si è scoperto che ogni mattina andava in una villetta a Olgiate dove c'è una comunità di Hare Krishna a dare la colazione, cantare e pregare. Ai membri della comunità, avrebbe più volte manifestato la volontà di lasciare l'Italia, forse per la Spagna. Annalisa non guida e non ha un'auto: potrebbe quindi essere stata aiutata da qualcuno ad allontanarsi. Nessuno, neppure la nonna materna, è riuscito a contattare figlia e nipotina.

Il cellulare di Annalisa è spento dal 22 marzo. Sembra svanita nel nulla: non una telefonata, un messaggio a chicchessia. E neanche un 'passo falso', un prelievo, l’intestazione di un’utenza domestica o di un contratto d’affitto. Elementi che farebbero pensare che qualcuno possa averla aiutata.