Il tentato femminicidio compiuto a Padova lo scorso 10 maggio ai danni della 51enne Sandra Pegoraro, replica un precedente andato a segno. Il responsabile, Stefano Fattorelli, magazziniere 50enne originario di Caprino Veronese, in passato ha ucciso un'altra ex compagna, e a seguire è stato condannato per stalking e maltrattamenti.

Ventitré anni fa, Fattorelli uccise con 33 coltellate Wilma Marchi. Lo scorso martedì, ha accoltellato l'attuale ex convivente che è riuscita a salvarsi. Dopo l'aggressione avvenuta in via Cafasso, nel quartiere Arcella, alla periferia di Padova, l'uomo è stato fermato e portato in carcere.

È fissata per domani mattina, 13 maggio, l'udienza di convalida del fermo. Finora, il 50enne non ha confessato e non ha raccontato cosa sia accaduto nell'appartamento. Per la pm che segue il caso, Maria d'Arpa, non ci sono dubbi: non deve essere rimesso in libertà.

Padova, salva per miracolo

Sopravvissuta per miracolo. Sandra Pegoraro, operatrice socio sanitaria dell'Università di Padova, è stata salvata da un vicino di casa richiamato dalle sue urla e ha allertato soccorsi e 112. La 51enne si era trascinata in ascensore dopo essere stata accoltellata alla schiena dall'ex che si era presentato nell'abitazione al quarto piano della palazzina di via Cafasso 2 con un pretesto. Prima di essere raggiunta da molteplici fendenti che le sono stati inferti con un coltello da cucina, l'aggressore l'ha massacrata di botte.

Operata d'urgenza, è in condizioni gravi, ma non in pericolo di vita.

Fuggito, il magazziniere avrebbe poi chiamato un amico dicendo: "Ho appena fatto una cavolata". Sul posto, i carabinieri della sezione radiomobile di Padova che dopo circa tre ore lo hanno arrestato con l'accusa di tentato omicidio aggravato.

Padova, scampata a una morte annunciata

La vittima conosceva il passato di Fattorelli, ma non credeva che sarebbe diventato il suo presente: violento, ossessionato da una gelosia patologica, l'uomo la pedinava e le controllava il cellulare. Esausta e sempre più preoccupata, dopo sei mesi di convivenza, lei lo aveva cacciato di casa.

Dal 20 aprile non vivevano più insieme. A distanza di tre settimane, il tempo di un'allarmante escalation, lui ha tentato di ucciderla.

Ancora una volta, un caso di violenza contro una donna in cui i campanelli d'allarme sarebbero stati sottovalutati. A storia appena finita, Fattorelli ha pubblicato sulla sua pagina Facebook un post in cui ha scritto: 'Niente sarà più come prima, niente sarà più". Poi sono cominciati pesantissimi insulti via social accompagnati da persecuzioni verso l'ex ritenuta colpevole di averlo tradito, quindi l'epilogo di martedì mattina. In un post pubblicato il 18 aprile ha scritto: "La mia bontà finisce qui". Il post in cui c'è un'immagine con coltelli, forbici e forchettoni conficcati in una schiena, si conclude con queste parole: "Questo è quello che ti succede alla fine".

Padova, pena dimezzata per buona condotta

Il passato di Fattorelli racconta violenze fino all'omicidio, ripetute anche dopo aver ucciso. Nel novembre del 1999 aveva accoltellato e ucciso la compagna dell'epoca, una 50enne 'colpevole' di aver voluto troncare il rapporto per tornare dall'ex marito. Lui all'epoca era 28enne. L'aveva colpita dopo averla attesa davanti al cimitero di Grezzana, nel veronese. La donna era riuscita a fuggire e a barricarsi nell'auto, ma non era sopravvissuta alle 33 coltellate ricevute.

Per l'omicidio, era stato condannato a 15 anni di carcere, ridotti a 12 in Appello. Dei 12, infine, ne aveva scontati la metà per un 'vizio di mente' ed era stato scarcerato nel 2007 beneficiando di indulto e buona condotta.

Dopo percorsi di reinserimento, non era stato più ritenuto pericoloso. Una volta libero, aveva iniziato una nuova relazione con una psicologa 54enne, ancora una volta una donna più grande di lui. L'aveva conosciuta in carcere, l'aveva aiutato nel percorso terapeutico e si era innamorata di lui.

Una volta iniziata la convivenza con la donna e il figlio di lei, Fattorelli aveva manifestato ossessioni e comportamenti violenti, fatto scenate e pedinamenti culminati in minacce di morte. "Ti ammazzo come ho ammazzato l'altra", aveva detto alla psicologa che l'aveva lasciato, dichiarandosi pronto a subire anche due ergastoli pur di vendicarsi. Dopo essere stato condannato nel 2012 a due anni per stalking, era di nuovo finito in carcere.

Il perito psichiatrico nominato dal Tribunale aveva individuato un disturbo borderlaine che non avrebbe inficiato la capacità di intendere e volere del soggetto. Poi, nel 2007 era stato giudicato guarito dal disturbo di mente. A 10 anni dall'ultima condanna, si è ripetuto lo stesso copione.