A un anno dal delitto di Temù, il primo a rompere il silenzio è stato il 29enne Mirto Milani. La svolta inattesa nell'omicidio dell'ex vigilessa del paesino nel bresciano, la 55enne Laura Ziliani, è arrivata il 24 maggio. Dopo otto lunghi mesi di silenzio trascorsi in carcere, il fidanzato della 27enne Silvia, figlia della vittima, anche lei reclusa con l'altra sorella 20enne Paola dal 24 settembre con l'accusa di omicidio e soppressione di corpo, ha confessato di averla uccisa la notte tra il 7 e l'8 maggio del 2021. Poi, è arrivata la confessione di Silvia.
Delitto di Temù, doppia confessione
"L'abbiamo uccisa noi": così Mirto Milani ha ammesso le responsabilità condivise con le figlie di Laura Ziliani, il 'trio criminale' come lo definì nell'ordinanza d'arresto il gip Alessandra Sabatucci per la "non comune freddezza a dispetto della giovane età e dell'incensuratezza". Milani ha confessato dopo un interrogatorio di quattro ore nel carcere di Brescia Canton Monbello. Il suo carico processuale è meno grave di quello delle figlie di Laura che condividono l'aggravante del legame parentale. Il 29enne ha confermato l'impianto accusatorio: la suocera è stata prima stordita con benzodiazepine, poi soffocata, abbandonata lungo il fiume Oglio. Il suo corpo, per effetto di alcune piene che ne avrebbero determinato lo spostamento, è stato scoperto l'8 agosto di un anno fa.
Solo l'esame del Dna aveva permesso di accertare l'identità. Dalle indagini è emerso che nel bosco di Temù era stata scavata una fossa dove sarebbe dovuta essere sepolta Laura. Arrestati, i tre si erano avvalsi della facoltà di non rispondere. Per primo, Mirto ha chiesto di parlare al pm dopo la chiusura dell'indagine. A seguire, anche le sorelle hanno chiesto un faccia a faccia con i magistrati.
Silvia ha confessato: si attende il racconto di conferma di Paola, interrogata questo pomeriggio.
Origine bergamasca, per gli inquirenti manipolatore e regista dell'omicidio premeditato, Milani era unito da un legame strano con le due sorelle: di Silvia era fidanzato e di Paola sarebbe stato l'amante. Prima del delitto appariva come un giovane uomo di rara sensibilità.
Diplomato al Conservatorio e laureato in Psicologia, andava sempre in chiesa, suonava l'organo, era cantante lirico. Colto, educato, dalla sua entrata nella famiglia di Laura tutto è cambiato fino a diventare uno dei tre assassini, tra depistaggi e bugie. Legatissimo alla madre Mirna, avrebbe condiviso con lei la passione per il denaro. Quando Laura sembrava sparita, sua madre era arrivata con il marito a Temù e aveva preso possesso della casa della consuocera e persino di una delle inquiline.
Dopo la confessione, Mirto è stato ricoverato a Brescia perché avrebbe avuto un crollo emotivo e manifestato la volontà di togliersi la vita: ora è piantonato in ospedale. Paola e Silvia, finora sono sempre state nella stessa cella nel carcere di Brescia Verziano, dopo la confessione di Silvia sarebbero state separate.
C'è stata una strategia dietro le confessioni? Il trio è difeso dallo stesso team difensivo. I verbali sono stati secretati. La Procura di Venezia sta infatti indagando sui colleghi di Brescia per presunte fughe di notizie, dopo la denuncia dei legali dei tre indagati.
Delitto di Temù, confermato il movente economico
A Temù, Laura Ziliani era benvoluta da tutti. Un anno fa le figlie, mostrandosi disperate e singhiozzando, avevano lanciato appelli in tv, raccontando che la madre sarebbe sparita durante una passeggiata in montagna. Che il movente sia esclusivamente economico lo ha confermato Mirto. Laura Ziliani aveva deciso che parte dei beni di famiglia sarebbero andati alla terza figlia, Lucia, estranea al delitto e alle indagini, con qualche problema cognitivo.
Ora vive con la nonna, la mamma di Laura, che da subito aveva accusato le nipoti. Mirto e le due sorelle avrebbero voluto appropriarsi del patrimonio immobiliare di Laura che era vedova. Credevano di esserci riusciti dopo un primo tentativo fallito: ad aprile di un anno fa, avevano provato ad avvelenare l'ex vigilessa con una tisana. Mirto su Internet faceva ricerche su piante velenose e come uccidere senza lasciare traccia. "Poi compriamo un'auto nuova", dicevano, dopo il delitto, le sorelle intercettate.
A Temù nessuno si aspettava la svolta
"Pensavo che prima cadessero le ragazze, alla fine ha ceduto lui", il commento di Giuseppe Pasina, sindaco di Temù, dall'inizio del caso convinto che la sua ex dipendente fosse stata uccisa intuendo anche da chi.
A Temù nessuno si aspettava ora queste confessioni.
"Tutti saranno colpevoli allo stesso modo, questa resistenza di un anno dimostra che avevano un accordo, mi auguro paghino perché è inaccettabile", ha detto il sindaco a La vita in diretta. Lucia (l'altra figlia di Laura Ziliani, n.d.r.) è l'altra vittima di questa storia. Che dicano la verità", il commento di una residente.