È stato ritrovato il corpo di Elena Del Pozzo, cinque anni a luglio, che era scomparsa nel pomeriggio di lunedì 13 giugno. La mamma si era presentata piangendo davanti alla caserma dei carabinieri di Mascalucia, nella città metropolitana di Catania, denunciando il sequestro della piccola. La donna, sconvolta dall’accaduto, aveva raccontato di come la figlia fosse stata rapita, poco dopo le 15, da tre uomini incappucciati e armati di pistola, che avrebbero bloccato la sua automobile in una stradina nelle campagne di Tremestieri Etneo, in una zona abbastanza isolata nella frazione di Piano Tremestieri.

Le due erano sole: la madre era appena andata a prenderla dall’asilo. A quel punto sono partite le ricerche, che inizialmente non hanno dato nessun esito: i genitori della bimba rapita sono rimasti dai carabinieri per tutta la notte, visto che alcuni elementi del racconto della donna non sembravano quadrare. I militari dell’Arma hanno ascoltato anche amici e familiari della coppia, fino alla svolta nella mattinata di martedì: il ritrovamento sarebbe avvenuto “grazie alle pressioni esercitate durante gli interrogatori”. Secondo le ultime notizie, sarebbe stata la madre a indicare il luogo in cui cercare i resti della piccola Elena.

Elena potrebbe essere stata rapita per una vendetta nei confronti del padre

Come ha dichiarato il procuratore Carmelo Zuccaro, il presunto sequestro e la successiva uccisione di Elena sarebbero avvenuti con modalità molto particolari. Da subito è stata esclusa la richiesta di un riscatto, data la situazione economica della famiglia della piccola rapita, con il papà che saltuariamente è occupato in piccoli lavori e la madre casalinga.

In particolare, il padre avrebbe avuto problemi con la giustizia in passato per reati contro il patrimonio e legati alla droga. Quindi, gli inquirenti hanno seguito anche la pista di una possibile vendetta nei confronti dell’uomo; ma sono state esaminate anche altre ipotesi, scavando anche nella vita familiare della coppia.

Infine, chi indaga avrebbe nutrito seri dubbi sul coinvolgimento della criminalità organizzata in questo episodio di cronaca nera, che quindi non sarebbe legato alla mafia.

Tutta la comunità di Mascalucia si è mossa alla ricerca della bimba rapita

La notizia del sequestro della piccola Elena aveva sconvolto la cittadinanza di Mascalucia, comune in cui risiede la famiglia della bimba rapita. Secondo alcuni conoscenti dei genitori della piccola si tratterebbe di gente tranquilla, mai coinvolta particolari litigi in passato. Alcuni vicini di casa avevano messo sui social le immagini della scomparsa, lanciando un appello e chiedendo a tutti di condividere la foto. Il sindaco di Mascalucia, Enzo Magra, aveva messo a disposizione i volontari della Protezione civile per le ricerche di Elena; tuttavia le forze dell’ordine gli avrebbero spiegato che si sarebbe trattato di un caso molto particolare, con ogni probabilità legato a dinamiche familiari, e non di una tipica vicenda di smarrimento o fuga.

Si analizza il racconto della madre della bambina rapita

Le indagini sono partite dall’unico elemento a disposizione dei carabinieri, il racconto della madre di Elena. I militari della Scientifica hanno ispezionato l’auto della donna alla ricerca di tracce lasciate dai presunti aggressori, che avrebbero bloccato la vettura e preso con la forza la bambina. Sarebbero state individuate e isolate delle impronte, che forse potrebbero aver aiutato gli inquirenti a risalire ai responsabili del delitto. In queste ore sono stati acquisiti anche i filmati di alcune telecamere di sorveglianza presenti nei dintorni del luogo in cui sarebbe avvenuto il sequestro. Prima del ritrovamento, i pm avevano diffuso alcune foto della bimba rapita, che al momento dell’uscita dall’asilo indossava pantaloncini gialli e una maglietta bianca con dei disegni.