"Lei lo faceva impazzire... lo pestava". A parlare è Mihail Eftene, il migliore amico di Mattia Caruso, il trentenne di Albignasego (alle porte di Padova) presumibilmente ucciso nella notte tra domenica 25 e lunedì 26 settembre ad Abano Terme dalla fidanzata Valentina Boscarolo. La ragazza, 31 anni, si trova ai domiciliari accusata di omicidio volontario. Davanti agli inquirenti, ammettendo le proprie responsabilità, si è giustificata dicendo che il giovane, sotto effetto di sostanze stupefacenti, l'aveva aggredita: "L'ho pugnalato al petto" ha precisato.

Il caso di cronaca nera è seguito dal Nucleo Investigativo di Padova e dal pubblico ministero Roberto Piccione.

Valentina e Mattia litigavano sempre

Il rapporto tra Mattia e Valentina, stando a quanto riferito da chi li conosceva, era piuttosto difficile e burrascoso. Entrambi ambulanti nelle fiere e nei mercatini (lui vendeva dolciumi siciliani, lei vestiti) si erano conosciuti due anni fa a una sagra e da qualche tempo convivevano. Tuttavia non sarebbero mai riusciti a trovare equilibrio e serenità. Mattia, infatti, sempre secondo le testimonianze, sarebbe stato un ragazzo turbolento e che sapeva farsi voler bene. Alle spalle aveva piccoli precedenti penali. Valentina, invece, mamma di una bimba di sei anni nata da una precedente relazione, sarebbe stata una ragazza tormentata.

Non voleva rinunciare alla sua libertà e, per questo, i due si sarebbero lasciati e ripresi più volte, allontanandosi da amici e affetti.

Mihail, l'amico di Mattia, raggiunto dal Corriere, ha confermato che i due ragazzi litigavano sempre. "Gli avevo detto di lasciarla mille volte - ha spiegato - lei lo faceva impazzire". Poi, facendo riferimento a quanto raccontato da Valentina agli inquirenti ha proseguito: "Lei sostiene che la picchiava?

Tutte bugie in quanto era lei che lo prendeva a pugni. Tante volte - ha puntualizzato - è venuto a casa mia con un occhio nero, perché lei lo aveva pestato. Ogni tanto, ovviamente, Mattia, si difendeva, ma le prendeva e basta: non alzava mai le mani". Nonostante tutto, però, l'ambulante non riusciva a porre fine alla "relazione tossica".

Mihail, ricordando che li aveva visti a cena la scorsa settimana, ha poi concluso: "Stare vicino a entrambi era impossibile, litigavano continuamente".

Valentina ha ucciso Mattia con un coltello

Mattia e Valentina hanno trascorso la serata di domenica 25 settembre ai "Laghi di Sant'Antonio", tra i comuni di Montegrotto Terme e Torreglia. Per la coppia, che da poco conviveva nella casa di lei a Montà, doveva essere una momento di festa, da trascorrere insieme per locali. Invece, nella notte, il giovane ambulante è stato soccorso, ormai agonizzante, in via dei Colli ad Abano Terme. Valentina, inizialmente, ha riferito agli inquirenti che il compagno, mentre lei lo aspettava in auto nel parcheggio di Montegrotto, si era allontanato con un uomo sconosciuto.

Poi, era risalito in macchina e, dopo aver percorso qualche km, si era accasciato sul volante. La ragazza, aveva anche aggiunto di non essersi accorta che il 30enne fosse stato ferito.

La versione della giovane mamma, però, non ha convinto gli inquirenti e, nella giornata di ieri, giovedì 29 settembre, Valentina è stata fermata con l'accusa di aver ucciso Mattia. Ascoltata in caserma, alla presenza del suo avvocato, ha ammesso di aver colpito con un fendente il fidanzato e ha ricostruito la serata di domenica. Al culmine di una lite in auto, stando al suo racconto, ha preso un coltello a serramanico e si è scagliata contro Mattia. "L'ho ucciso con il coltello a serramanico che aveva sempre con sé.

Abbiamo litigato in auto, lui era strafatto, ho preso il coltello e l'ho colpito al cuore". Valentina, descrivendo il compagno come violento e incline a scatti d'ira, si è difesa spiegando di essere stanca delle sue botte. Da quanto emerso finora, tuttavia, non risulterebbero denunce di violenze a carico di Caruso.