Nelle scorse ore il Ministero degli Affari Digitali di Taiwan ha annunciato il divieto per i lavoratori del settore pubblico di utilizzare DeepSeek, un modello di Intelligenza Artificiale cinese recentemente rilasciato, a causa di preoccupazioni relative a possibili fughe di dati verso il governo della Cinea. Ad annunciarlo qualche ora fa, è stata l’agenzia di stampa taiwanese Central News Agency.
In un comunicato ufficiale, infatti, il MODA ha spiegato che DeepSeek AI è un prodotto e servizio tecnologico cinese, e ha sottolineato che l'uso di questa piattaforma potrebbe comportare rischi per la sicurezza nazionale, soprattutto per quanto riguarda la protezione dei dati sensibili.
Per tale motivo, è stato deciso di vietare l'accesso alla piattaforma da parte di dipendenti di agenzie governative centrali e locali, scuole pubbliche, imprese statali e altre organizzazioni semi-ufficiali. Il comunicato non ha fornito particolari dettagli riguardo alle modalità di applicazione del divieto.
L’interdizione, inoltre, si estende anche a coloro che operano in progetti legati alle infrastrutture critiche e in fondazioni sovvenzionate dal governo. Questo provvedimento si basa sulla normativa del 2019, emanata dall'Executive Yuan, intitolata “Principi per limitare l'uso di prodotti che minacciano la sicurezza informatica nazionale”, che vieta l’uso di prodotti e servizi ICT che possano compromettere la sicurezza cibernetica dello Stato.
IA cinese sarebbe considerata poco sicura
La mossa di Taiwan, da anni accerchiata da Pechino e dalle sue mira espansionistiche, arriva pochi giorni dopo che diversi governi a livello globale hanno preso provvedimenti simili contro l'intelligenza artificiale cinese, sollevando preoccupazioni sulla privacy e sulla protezione dei dati.
Ad esempio, giovedì l'Autorità per la Protezione dei Dati Personali italiana ha annunciato il blocco dell'uso di DeepSeek nel paese a causa della mancanza di trasparenza sull’utilizzo dei dati personali. Anche funzionari statunitensi e australiani hanno espresso preoccupazioni simili riguardo alla privacy.
Il modello di DeepSeek, che ha recentemente attirato l'attenzione nel mercato tecnologico globale, provocando un crollo inatteso nel mercato americano (-17% per Nvidia,ndr) è stato descritto come una seria alternativa ai prodotti statunitensi, nonostante faccia affidamento su chip di qualità inferiore.
Le sue implicazioni per la sicurezza e la privacy, però, continuano a suscitare un ampio dibattito internazionale.
Con questo veto, Taiwan si inserisce nel panorama crescente di nazioni che tentano di bilanciare innovazione tecnologica e sicurezza nazionale, adottando misure per limitare l'accesso a strumenti che potrebbero compromettere la riservatezza delle informazioni sensibili.
La posizione dell'Italia su DeepSeek
Tra i Paesi contrari a DeepSeek ci sarebbe anche l’Italia. Il 29 gennaio è stato lo stesso Garante per la protezione dei dati personali a esprimere forti preoccupazioni riguardo la tutela della privacy di milioni di utenti italiani.
Le forti limitazioni sul nostro territorio sarebbero originate dalla mancanza di risposte chiare da parte delle due case di sviluppo cinesi, Hangzhou DeepSeek Artificial Intelligence e Beijing DeepSeek Artificial Intelligence.