Gli inquirenti in queste ore stanno cercando di risolvere il giallo della donna e della neonata trovate morte nel grande parco di Villa Pamphili a Roma sabato 7 giugno: gli agenti hanno ampliato le indagini anche agli ospedali per cercare di identificare la sconosciuta, di un’età vicina ai trent’anni, che potrebbe aver partorito in una struttura italiana. Per ora è stato accertato che il parto non è avvenuto in un nosocomio romano: tuttavia la piccola potrebbe anche essere nata all’estero, prima di raggiungere l’Italia con la madre. Di certo, l’esame del Dna ha chiarito che la donna e la neonata di circa 6-8 mesi – trovate a 200 metri l’una dall’altra – sono madre e figlia, decedute a distanza di qualche giorno una dall’altra e ritrovate entrambe senza vestiti.
L’esame delle impronte non ha portato risultati utili, non essendo presenti nelle banche dati italiane. Nel frattempo, gli uomini della Polizia Scientifica e della Squadra Mobile della Capitale hanno rinvenuto nel parco, durante l’ennesimo sopralluogo, un braccialetto che potrebbe appartenere alla donna e che va a unirsi alla tutina rosa di buona fattura, gettata in un secchio della spazzatura, e al telo da campeggio che nascondeva i resti della trentenne. Questi reperti saranno analizzati alla ricerca di elementi utili per le indagini.
Le tracce lasciate sulla tutina e sul telo
Infatti, sia sul vestitino – quasi certamente appartenuto alla neonata – sia sul telo sono state rinvenute impronte e tracce di Dna che potrebbero appartenere all’uomo che diversi testimoni raccontano aver visto aggirarsi nel parco.
Nessuno però ha saputo dare un’identità a questa persona. Di certo gli inquirenti non hanno rilevato segni di violenza sessuale sui corpi. Da un attento esame della donna, pare da escludere che la vittima fosse una senzatetto, come indicherebbero lo smalto applicato con cura sulle unghie e le gambe depilate da poco. Le analisi hanno consentito agli inquirenti di escludere alcune ipotesi iniziali come quella che la donna fosse stata stroncata da un’overdose. Gli accertamenti, infatti, hanno negato la presenza di droghe, né sembra possibile, secondo i risultati dell’autopsia, che la trentenne sia stata colta da un malore improvviso. Nei prossimi giorni arriveranno i responsi di ulteriori esami: la donna potrebbe essere stata avvelenata, oppure soffocata, senza che siano rimasti segni sul corpo.
Invece gli esperti sembrerebbero avere pochi subbi sul decesso della neonata, causato da strangolamento, come testimonierebbero i lividi sul corpicino.
I tatuaggi della donna scomparsa
Per identificare madre e figlia, chi sta indagando su questo caso di cronaca nera ha reso note le immagini dei quattro tatuaggi della donna misteriosa. Si tratta di una collana di fiori, due uccelli, un pipistrello e uno scheletro con una tavola da surf. Quest’ultima potrebbe indicare le origini della trentenne, essendo stata realizzata con i colori della bandiera lituana. Per gli esperti si tratta di immagini molto comuni ed eseguite in modo dozzinale. La speranza è che qualcuno possa riconoscere i tatuaggi e fornire informazioni utili agli inquirenti.
Il mistero dell’uomo visto nel parco con la neonata
Purtroppo, all’interno del parco non ci sono telecamere, così come nei pressi degli ingressi del grande giardino. Per questo gli inquirenti si sono affidati alle testimonianze dei frequentatori di quel luogo, che però si sono rivelate fino a ora in gran parte inattendibili.
In particolare, una donna che era in auto e tre ragazzi nella notte tra venerdì 6 e sabato 7 avrebbero notato un uomo aggirarsi all’esterno del parco con in braccio una bambina. I racconti però divergono: la prima testimone avrebbe incrociato lo sguardo con la neonata, che era sveglia, mentre per i tre giovani era esanime, come addormentata. L’individuo misterioso non avrebbe avuto i tratti somatici tipici dell’Est Europa, ma carnagione scura e un berretto calato sulla fronte, forse per rendersi irriconoscibile. Se queste testimonianze fossero vere, quella notte lo sconosciuto avrebbe portato la neonata a poca distanza dal posto in cui giaceva già da qualche giorno il corpo della madre.