Settembre è il mese di transizione tra l’estate e l’autunno: la pasta e fagioli rappresenta la perfetta via di mezzo tra un piatto fresco e uno più sostanzioso, ricco di fibre e proteine vegetali. Un comfort food che racconta la Campania autentica, fatta di semplicità e sapori genuini.
Con l’arrivo di settembre, le giornate si accorciano, le temperature iniziano a calare e in tavola torna la voglia di piatti semplici ma sostanziosi. La cucina campana, custode di tradizioni contadine e marinare, ci regala una delle ricette più amate e povere della sua storia: la pasta e fagioli alla napoletana.
Un piatto che nasce dalla necessità, fatto con pochi ingredienti a disposizione delle famiglie di una volta: fagioli secchi o freschi, un po’ di pasta spezzata e ciò che l’orto offriva. Col tempo è diventato simbolo di convivialità e comfort food, ancora oggi protagonista delle tavole partenopee.
Ingredienti per 4 persone
300 g di fagioli cannellini o borlotti (anche misti)
200 g di pasta mista (tipica della tradizione, ottenuta con i ritagli di formati diversi)
1 spicchio d’aglio
2 cucchiai di olio extravergine d’oliva
200 g di pomodorini (o passata di pomodoro leggera)
Un rametto di rosmarino
Sale e pepe q.b.
Preparazione della Pasta e fagioli
Lessare i fagioli: se secchi, metterli in ammollo la sera prima e poi lessarli; se freschi, basterà cuocerli fino a renderli morbidi.
Preparare il soffritto: in una casseruola scaldare l’olio, aggiungere l’aglio e i pomodorini tagliati a metà, lasciandoli insaporire.
Unire i fagioli al soffritto, aggiungere un mestolo di acqua di cottura e lasciare sobbollire.
Cuocere la pasta direttamente nel condimento, aggiungendo acqua poco per volta, come fosse un risotto: in questo modo rilascerà amido e renderà la minestra cremosa.
A cottura ultimata, aggiungere il rosmarino, regolare di sale e pepe e lasciar riposare qualche minuto.
Il segreto della tradizione
La vera particolarità della pasta e fagioli alla napoletana risiede nell’uso della pasta mista.
Questo formato non nasce come scelta estetica o gastronomica, ma come soluzione pratica e povera: in passato i bottegai raccoglievano i rimasugli dei diversi formati di pasta e li vendevano a basso costo, evitando sprechi. Come racconta Jeanne Caròla Francesconi nel suo classico La cucina napoletana (1965), era proprio la commistione di tagli diversi a conferire al piatto una consistenza unica e un sapore inconfondibile.
Ancora oggi, la pasta ammiscata resta uno dei simboli della cucina popolare campana, tanto che Slow Food la segnala come prodotto rappresentativo della tradizione partenopea. Anche La Cucina Italiana ricorda come la pasta mista sia legata all’idea di economia domestica e convivialità, un formato che “porta in tavola il valore del non sprecare”.
Varianti della tradizione
Se la versione classica napoletana con pasta mista è la più conosciuta, la pasta e fagioli in Campania (e in Italia) vanta numerose varianti. Una delle più celebri è quella con le cozze, piatto iconico della tradizione partenopea, che unisce i legumi della terra ai frutti del mare: un incontro tra cultura contadina e marinara che racconta perfettamente l’anima di Napoli.
In altre zone della regione, come nell’entroterra beneventano o irpino, la pasta e fagioli viene preparata in modo più rustico, senza pomodoro e con un condimento a base di aglio, olio e rosmarino, seguendo un’impronta più contadina. Non mancano le versioni con lardo o pancetta per arricchirne il sapore, oppure quelle più moderne che prevedono un tocco di peperoncino per scaldare le prime giornate d’autunno.
Ogni variante, pur con le sue differenze, conserva lo spirito originario del piatto: nutriente, povero negli ingredienti ma ricco di storia e convivialità.