Prima di vedere le 78 foto di Robert Capa esposte sino al 26 aprile presso lo spazio Oberdan di Milano, del paese di Troina forse non se ne sapeva molto. È un paese di montagna di 9.639 anime che si trova nel parco dei Nebrodi. La città più vicina è Enna a 60 Km. Eppure chi si reca alla mostra dedicata a Robert Capa, dove sono esposte le foto dello sbarco degli Americani in Sicilia e la loro avanzata sino ad Anzio, di questo paese vede le facciate delle case, una piazza, i suoi dintorni. C'è una foto che mostra la prima pattuglia di fanteria americana che entra a Troina, un'altra che colpisce per quella barca dallo scafo poderoso, tutta rovesciata su un marciapiede.
Il suo titolo è 'Barca scagliata nella banchina dopo un bombardamento'
Ma questa volta non è Troina, bensì il porto di Palermo nel luglio del 1943. Poi ancora un gruppo in perlustrazione avanzato americano nei dintorni di Troina (4-5 agosto 1943). Scene di vita quotidiana e di dolore, con una popolazione che cerca di sopravvivere ai bombardamenti e alla battaglia. Adolescenti che fuggono a piedi nudi su viottoli di montagna.
Cento saranno le vittime a Troina e il paese verrà quasi completamente distrutto. Ma il reportage di uno dei fotografi di guerra più noti nel mondo prosegue affianco delle truppe americane. Così si arriva a Maiori, dove le foto mostrano un ospedale allestito dentro una chiesa, (il 19 settembre 1943), oppure un soldato tedesco prigioniero degli americani e la didascalia spiega che si tratta di un contadino austriaco arruolato tre mesi prima nei pressi di Nicosia.
Persino una foto di Benedetto Croce, ed un funerale di venti studenti del Liceo Sannazaro (2-10-1943) e Venafro col Valico di Chiunzi (settembre 1943).
Accanto ad esse poi dettagliate didascalie che permettono al visitatore di rivivere tutte le fasi dell'avanzata e una serie di foto di quello che gli americani chiamavano Fort Schuster, una fattoria che è servita da base americana per un epicentro dei combattimenti che si trovava poco distante.
Le foto raccontano l'avanzata delle truppe americane e i combattimenti per la liberazione e tutto si fa carne e sangue in quelle immagini in bianco e nero mediante le quali si fermano istanti di vita in una cronaca di guerra che sarà fatale per i destini dell'Italia. Una mostra da vedere allo Spazio Oberdan di Milano sino al 26 aprile. L' esposizione è curata da Beatrix Lengyel e dal Ministero delle Risorse Umane D'Ungheria e dal Consolato Generale d'Ungheria.
Il biglietto d'ingresso è 8 euro intero, 6.50 il ridotto .