Recentemente sulla stampa, Valentina Nappi, nota giovane star del cinema a luci rosse ha un poco rottamato la mitica Moana Pozzi, una presa di distanza generazionale. L'attrice, alla luce di diverse interviste e dichiarazioni e polemiche insospettabili, ad esempio sulla rivista Micromega (!), per certa indubbia stoffa e parola pensante, è l'unica attualmente, dal sempre sottovalutato mondo della porno-arte (arte estrema per dirla con gli scrittori Vitaldo Conte e Mauro Biuzzi), possibile erede della grande Moana Pozzi.

Il fenomeno Valentina Nappi

Pur ancora giovanissima star italiana del cinema erotico estremo, Valentina è frequente ospite di media generalisti d'alto audience: dimostra una diversa intelligenza femminile, spiazzante ogni pregiudizio legato al circuito delle luci rosse. Forse, come esempio di certo cinema per adulti con anche aspetti extra d'interesse culturale, solo Niki Belucci, la D.J. in topless, si avvicina per audience potenziale all'attrice, ma la D.J ha fama soltanto retrospettiva, scoperta come fenomeno di spettacolo Gossip dopo l'abbandono del cinema a luci rosse.

Valentina Nappi è stata protagonista e ospite di una radicale polemica con noti intellettuali progressisti della rivista Micromega.

" A me piace il C..." è tutt'oggi visibile a dir poco incendiario, perturbante e interessante. Valentina gioca anche con l'Eros estremo come esca micidiale, ma le sue analisi suonano maledette e pungenti come anche raramente le femministe più colte riescono a esprimere. Valentina è squisitamente, per anagrafe e divenire dei tempi storici, postmoderna e postfemminista, persino postumana.

L'attrice inneggia alla libera sessualità come libera parola, da sguardi (e tutto il resto...) peculiari individuali, decisamente anticollettiva, contro ogni omologazione anche diversamente alternativa e rivendicativa tipica di certo femminismo. Come Moana..., Valentina e il suo inno all'amore estremo ricordano le storiche pagine di Lou von Salomé (Eros e Conoscenza) e le analisi di Baudrillard sulla sessualità nell'era del computer.

Valentina, Moana e le donne del futuro

Valentina Nappi è arte vita, sulla scia precisa delle grandi femme fatale estreme: dalla rinascimentale Lucrezia Borgia a ... Moana Pozzi. Se Moana esprimeva ancora, sia ben chiaro ineguagliata, il primo smascheramento di certa utopia troppo facile femminista, Valentina è icona di altra trasformazione attuale, già nei tempi postumani nascenti, di cui parlano i cosiddetti transumanisti, movimento culturale internazionale di ispirazione futurista. In tal senso, la Nappi è simbolo provocatorio e spettacolare, con l'erotismo in primo piano, di certa trasformazione delle donne nel futuro prossimo, trasformazione segnalata anche da certa musica pop elettronica odierna, come le celebri Lady Gaga e Rihanna.

Cosi ha scritto Valentina Nappi sempre su Micromega... "Il C... è transumanesimo, è la cultura che sovverte la natura, (....), la porta al paradosso, al contro-natura. Del contro-natura costituiscono altissime manifestazioni il controintuitivo, la paradossalità dell'arte contemporanea, l'impeto della scienza e della tecnica che contraddicono il senso comune e umiliano la logica dell' 'è sempre stato così'. ".