Nuovo anno, nuova formazione, nuovo album. Inizia così il 2016 per una delle band più importanti del panorama metal mondiale: i Megadeth. Guidati sempre da quel Dave Mustaine che militava nella versione embrionale deiMetallica, i Megadeth fanno parte di quella manciata di gruppi che hanno ridefinito i confini di un genere con dischi fondamentali quali “Peace Sells… But Who’s Buying?”, “Rust In Peace” e “Countdown To Extinction”. In questo nuovo capitolo musicale, intitolato “Dystopia”, Mustaine ci mette in guardia da una società futuristica totalitaria e fondata esclusivamente sul progresso scientifico, concetto di Orwelliana memoria che si sviluppa senza mezzi termini nelle liriche della title-track: “They tell us to believe just half of what we see, And absolutely nothing that we hear…”.

Politicamente scorretto, come da tradizione, il frontman dalla fulva chioma non si risparmia nemmeno quando si tratta di sfornare riff di chitarra precisi e taglienti: basta ascoltare le prime battute del brano di apertura, “The Threat Is Real”, per rendersi conto che i Megadeth sono tornati e non hanno alcuna intenzione di fare prigionieri! Affiancato dalla nuova “ascia”, il brasiliano Kiko Loureiro (già noto nell’ambiente per la militanza negli Angra), Mustaine sembra aver ritrovato l’ispirazione dei bei tempi e gli scambi tra i due fenomeni della sei corde sulle parti ritmiche e soliste procedono fluidi e con grande naturalezza lungo tutta la durata del disco. Richiami al passato emergono su “Fatal Illusion”, a cominciare dall’ipnotico giro di basso del fidato David Ellefson, fino al tiratissimo riff portante della sezione centrale che non può non ricordare un classico come “Good Morning/Black Friday”, dal già citato “Peace Sells…”.

Molto bravo anche Chris Adler (ma questo già si sapeva), batterista preso in prestito dai colleghi Lamb Of God: tecnico, preciso e potente, non fa rimpiangere il suo predecessore, Shawn Drover, e si dimostra a proprio agio sia sui brani più lineari, sia sui mid-tempo articolati come “Post American World”.

In un album che si assesta complessivamente su livelli qualitativi alti, è difficile trovare un brano che si elevi sugli altri in maniera marcata, ma una citazione a parte la merita indubbiamente “Poisonous Shadows”, episodio di sei minuti costruito su una base sinfonica mai troppo invadente e con una linea melodica che sembra ispirarsi liberamente al periodo di “Youthanasia”.

Colpisce nel segno anche l’accattivante “The Emperor”, la traccia più mainstream del disco, mentre la chiusura è affidata a una rivisitazione metal di “Foreign Policy”, brano firmato dai Fear, storica formazione punk che Mustaine ha più volte citato tra le proprie influenze. Da segnalare, infine, lo splendido artwork di copertina, con la mascotte Vic Rattlehead in versione Terminator, tra droni minacciosi e una metropoli post-apocalittica sullo sfondo. I Megadeth torneranno in Europa a Giugno e faranno tappa anche dalle nostre parti, in occasione del prossimo Gods Of Metal Festival.