Per avere una posizione, nella vita, per non avere difficoltà economiche, bisogna prima di tutto studiare, studiare e ancora studiare. L’abbiamo sentito e detto centinaia di volte, perciò viene da credere che si tratti di una di quelle affermazioni frutto di una tale varietà di esperienze da comprendere l’umanità intera. Ma c’è un problema. A causa di un piccolo intoppo – nessuno sa di preciso dove sia localizzato – è successo che questa universale affermazione non risponda del tutto a verità. Insomma, è inutile girarci attorno: studiare, se si vuole diventare ricchi e potenti, potrebbe non servire a un fico secco.

Metà dei miliardari di oggi non ha finito l'università

Non è l’umanità ad avere cambiato opinione tutto d’un tratto, però. La revisione èil risultato di uno studio socio culturale condotto dalla società di ricerca rispondente al nome di Verve Search,secondo la quale deigrandi miliardari del nostro tempo, quelli cioè che la loro fortuna se la sono costruita da zero o quasi, i laureati sono solo la metà. A questi si aggiungono il 20% che si è spinta fino al master e il 5% ha addirittura fatto la folle e anacronistica scelta di prendere un dottorato. Questo dicono i dati. La conclusione, specie in territorio USA(dove l'istruzione del massimo grado ha costi proibitivi per una parte significativadella popolazione), è molto importante: non è affatto necessario andare all'università per avere un successo, anche enorme, nella vita.

Ovvero: sborsare tutti quei quattrini per far studiare il vostro primogenito potrebbe non essere un'idea vincente.

Studiare e laurearsi, PayPal e il Nobel

Fra i miliardari che, sì, un giro all’università l’hanno fatto, ma si sono guardati bene dal terminare il corso di studi ci sono anche Bill Gates e Mark Zuckerberg, perciò viene da pensare che, vi venisse mai in mente una buona idea, come quella di fondare Microsoft o di mettere online qualcosatipo Facebook, la prima cosa che dovreste fare è lanciare i libri di Scuola dalla finestra.

L’università può non servire anche nel caso in cui si abbia il piglio per la politica, perché c’è la possibilità di diventare ministri, come gli attuali titolari della Sanità (Beatrice Lorenzin), delle Politiche Sociali (Giuliano Poletti) o della Giustizia (Andrea Orlando). Semmai non bastasse, va anche ricordato che, senza università, si può persino arrivare al premio Nobel: basta saper scrivere come il diplomato ragioniere Eugenio Montale.

Un conto, però, è non aver fatto l’università, ma saper tradurre dal greco, dal latino, dall’inglese e dal francese come faceva il geometra Salvatore Quasimodo (Nobel anche lui), altro è piantare in asso qualunque libro come se si trattasse di un conoscente logorroico incontrato quando abbiamo una fretta del diavolo. Già, perché non andare all'università non significa affatto non studiare.

Nel dubbio, per il momento, sembra però valere l’idea di Peter Thiel, l’uomo che al mondo ha regalato il sistema PayPal: 100 mila dollari a chi ha una buona idea e si dedica a svilupparla e “costruire qualcosa di nuovo” anziché stare a perdere del tempo seduto in una classe. Evitiamo gli equivoci: l'impulso di scrivere "ed è subito sera" o qualcosa del genere mentre si guarda un tramonto non rientra, con ogni probabilità, fra le buone idee.