Abbas Kiarostamifu un narratore misterioso e delicato della natura umana e delle relazioni umane, un film-maker le cui storie sono state tutte estrapolate dal mondo reale. I suoi film non rivelavano mai il loro significato facilmente; erano pieni di calma meditativa, di tristezza, di riflessione, ma anche il dissenso, così come il suo elusivo umorismo giocoso. Kiarostamicreò un Cinema realistico-poetico, spesso per il mondo innocente dei bambini. Probabilmente utilizzò questo linguaggio e questa poetica per aggirare l'interferenza dello Stato Islamico e della sua censura, e Kiarostami rimase particolarmente fedele al suo paese, non si auto-esiliò come fecero Jafar Panahi e Mohammad Rassoulof, che erano apertamente critici verso la Repubblica Islamica dell’Iran.

Ma questo non significava che evitò la battaglia politica.

I suoi film radicalmente minimalisti, ad esempioTen(2002), sono stati realizzati con due telecamere fisse in una macchina.Tenmostra una donna alla guida per la città, o semplicemente parlando con delle persone o in ascensore, spesso donne maltrattate dagli uomini. Spesso, in Occidente, è stato elogiato il recente film di Jafar Panahi Taxi Teheran, poiché chiaramente politico. In realtà, Kiarostami nel suo intimismo e nella sua delicatezza è più audace. La semplice immagine di una donna al volante di una macchina è una dichiarazione politica e femminista in Medio Oriente.

Vorrei ricordare che l’Iran è una delle poche nazioni, in Medio Oriente, in cui le donne in massa guidano o svolgono il mestiere di tassista.

Inoltre, svelare la vita dura e complessa dei suoi protagonisti rivela una sottile critica-sociale. I film di Kiarostami potrebbero sembrare opachi, a volte sconcertanti e persino esasperanti; ma sempre accattivanti e assolutamente originali. Uno dei suoi capolavori è senz’ altroIl sapore della ciliegia del 1997: si tratta di film di grande bellezza morale.

Un uomo di mezza età fa il giro del mercato di Teheran, alla ricerca di qualcuno che lo aiuti: qualcuno che è buono con una pala, che può prendere gli ordini e non fare domande.Chi è quest’uomo e cosa vuole lo scopriremo più tardi: l’uomo desidera suicidarsi, prendendo una dose eccessiva di pillole - e quindi ha bisogno di qualcuno che lo seppellisca in seguito: una proposta che fa scattare stupore e orrore, come se si stesse chiedendo a estranei di essere complici di una sorta di omicidio e di un insabbiamento.

Molti cercano di parlare con lui per dissuaderlo, cercando di convertirlo ai semplici piaceri di questo mondo caduto - come il gusto di una ciliegia.

Il film possiede alcuni dei manierismi inconfondibili di Kiarostami: egli è sempre affascinato dalle conversazioni effettuate in auto, conversazioni che avvengono in uno spazio che non è né interamente pubblico né interamente privato. Nel sapore della ciliegia, non si scoprirà mai perché il personaggio principale desidera togliersi la vita, né lui né il film invitano ad una generica simpatia verso il personaggio o a una malinconia. Il punto è che non si limita a desiderare il suicidio, ma l’auto-annientamento. Egli desidera che nessuno sappia che si sia suicidato: desidera semplicemente svanire, e la dolorosa tragicommedia di cercare qualcuno che lo seppellisca - con tutta la sua illogicità – ne chiarisce l'agonia. Il film parla profondamente a chiunque abbia sofferto di depressione: è qualcosa da confortare con la volontà.