L’atteso film “la ragazza del treno” di Tate Taylor, tratto dall’omonimo romanzo Best seller internazionale di Paula Hawkins, è uscito in Italia il 3 novembre. In soli pochi giorni ha sorpreso diventando campione d’incassi. È stato il film più visto lo scorso weekend, conquistandosi il primo posto del box office italiano, ha incassato in quattro giorni ben 1.636.000 euro. Gli appassionati dell’autrice del romanzo hanno portato al vertice delle classifiche un prodotto cinematografico che però non è stato ben apprezzato dalla critica, per molti infatti, come spesso succede, l’adattamento del regista non ha reso onore al romanzo.

Nonostante ciò il film è riuscito a spodestare dall’apice dei box office “Doctor Strange”, supereroe della Marvel, genere che solitamente conquista il primo posto in pochissime ore. L’eroe dei comics si è aggiudicato così il secondo posto con 1.551.000 euro. In terza e quinta posizione troviamo con nostro grande piacere 2 film italiani. Pif con la sua opera seconda “In guerra per amore” è stabile al terzo posto. Quest’ultimo sembra molto apprezzato e amato dal pubblico. Debutta e già quinta la commedia “Non si ruba a casa dei ladri” dei fratelli Vanzina.

Il successo della “Ragazza del treno è dovuto probabilmente al fatto che il pubblico si aspettasse di rivedere sullo schermo la forza, il giallo, il thriller, la suspense e l’audacia senza veli ottimamente resi dal best seller dal quale è tratto.

Il talento di Paula Hawkins con tutto il suo forte noir sembra però non trasparire. Purtroppo come ben sappiamo, è quello che capita a molti adattamenti cinematografici, è molto difficile ricostruire in immagini, in poche ore, la carica descrittiva ed emotiva che solo la scrittura sa fare.

Il film narra la storia di Rachel Watson, una ragazza insicura che non riuscendo a superare il divorzio dal marito e la seconda vita che l’ex coniuge costruisce con un’altra donna, trova consolazione incominciando a bere.

L’alcol la porta a lasciare il lavoro e cambiare vita. La “follia" e la disperazione la inducono però a continuare la solita vita da pendolare, prendendo il consueto treno che ogni mattina la portava al lavoro. Durante i suoi viaggi inizia come una seconda realtà, fantasticando e immaginando le vite di tutti coloro che vede dal finestrino del treno.

Il mondo esterno diventa motivo di riflessione ma ciò che cambia il percorso della narrazione è la particolare attenzione che presterà ad una coppia che osserva tutti i giorni dal treno. Questi due personaggi diventano per la donna ossessione e causa di diversi turbamenti, arrivando al punto di considerarli la coppia perfetta, quella che avrebbe voluto essere. Un mattino, però, Rachel vede la giovane della coppia in compagnia di un altro uomo e dopo alcuni giorni la stessa ragazza sembra essere svanita nel nulla. Rachel fortemente provata, toccata e turbata da questo accadimento inizierà a indagare sulla scomparsa di questa sconosciuta. Durante le sue ricerche giungerà a verità sconcertanti che sconvolgeranno il corso della storia.

La narrazione rappresenta un profondo psicodramma femminile, introspettivo e psicologico. La resa purtroppo cinematografica non esalta e rispetta i canoni di un genere thriller impattante e forte. Poche scene rimandano alla forza suspense e diretta del romanzo; un giallo ovattato mancante di audacia. La recitazione della brava Emily Blunt nei panni della protagonista, sebbene si sforzi di calarsi nella parte della Rachel del romanzo non appare completamente credibile e vicina al suo personaggio.

La forza del film la troviamo nel carattere femminile della narrazione. Ragazze lontane tra loro eppure legate da una strano destino. La forza e la disperazione di essere donne di fronte a problemi e avversità della vita.