Abbiamo visto per voi "Manchester by the sea" ieri sera - questa notte l'Academy Awards ha poi premiato il protagonista Casey Affleck come migliore attore protagonista e Kenneth Lonergan come autore della migliore sceneggiatura originale nel 2017. Lee Chandler (Casey Affleck) vive a Boston, in una stanza al di sotto del livello stradale, dove fa il portiere riparatore per quattro palazzi. Pur essendo un operaio preciso e puntuale ha rapporti puramente accettivi con i proprietari e viene richiamato spesso. Arriva poi la notizia da Manchester - suo paese natale - che suo fratello Joseph è morto e Lee si catapulta al Beverly Hospital per l'estremo saluto.

Da lì in poi con la tecnica del flash-back mentre vive la sua nuova realtà - un nipote Pat quindicenne da accudire come potenziale tutore - Lee si rivede nella sua precedente vita a Manchester dove aveva una moglie Randy (Michelle Williams), e tre figli che una sbadataggine colposa hanno consegnato alla morte per un incendio.

Ha smesso di sentire Lee e si è trasformato in un autistico automa che nel pieno delle birre ha anche una modalità aggressiva. Trascorreva molte ore sul battello di proprietà di Joseph con il nipote Pat, ora Lee è costretto a rivivere i suoi drammi a Manchester by the sea, perché anche la madre di Pat, Silvie (Gretchen Mol) che era un'alcolizzata psicotica, si è rifatta una vita con un cattolica integralista.

Pat è un ragazzo pieno di vita e di rapporti umani che vorrebbe lo zio si trasferisse di nuovo a Manchester, ma Lee rifiuta trovando una soluzione intermedia "perché non ce la faccio".

Film pieno di silenzi riempiti da una grande fotografia e da ottime scelte musicali con sinfonie da offertorio è una tragedia attuale sulle nostre fragilità che generano tragedie e separazioni non più risanabili.

Ma anche nel darkness delle nostre coscienze individuali il tempo dell'amore vissuto by sea con nipote e fratello rigenera un nuova vita con le fragilità del dolore rivissute nella chiusa finale on the board.