New York celebra la sua arte, di cui vanta d'essere la patria: 'marchiare' il corpo e farne un racconto di vita e insieme un'opera d'arte scritta nella carne. Si apre domani, e resterà visitabile fino al prossimo 9 aprile, "Tattooed New York", una mostra che celebra 300 anni di storia della città che coincidono con l'arte di fare tatuaggi di cui questa metropoli è la culla.

La mostra, organizzata dalla Historical Society di New York, passa in rassegna 3 secoli di pratica del tattoo, dal 1700 a oggi, con un intervallo dalla messa al bando nel 1961.

'Tattoed New York', la storia di una città attraverso i tatuaggi

A New York i tatuaggi sono di casa da 3 secoli e la città, in questo, non solo ha dettato tendenze, ma ha segnato lo sviluppo della storia moderna del tatuaggio. La mostra racconta questo itinerario, dalle sue origini in qualità di body art usata dai nativi americani. Le tribù si tatuavano per diverse ragioni: segno di appartenenza al gruppo, celebrazione di vittorie sui campi di battaglia, esorcismo e difesa permanente da spiriti maligni.

Poi è toccato a soldati e marinai che attraverso il tatuaggio raccontavano sul proprio corpo ardore, forza, coraggio, patriottismo e ancora la superstizione e la paura della morte, a causa di una vita di pericoli e accidenti.

Anche Braccio di Ferro è un marinaio super tatuato. Poi c'è stato l'appropriarsi del tatuaggio da parte del mondo femminile, quale linguaggio per esprimere contestazione, difformità dai valori tradizionali, emancipazione, trasgressione. Con oltre 250 elementi in mostra tra stampe, disegni, immagini, foto e oggetti vari, la mostra interseca storia e cultura pop per raccontare il percorso di una forma d'arte, affascinante nucleo della cultura americana.

New York vera patria del tatuaggio

New York è a tutti gli effetti la patria del tatuaggio, e il cuore di questa arte a partire dal XX secolo è stato nel quartiere di Bovery a Lower Manhattan restando un punto di riferimento fino al 1961, quando in seguito a numerosi casi di epatite i tatuaggi furono vietati dall'Assessorato alla Sanità.

Ma l'attività fu comunque portata avanti in maniera più o meno clandestina fino al 1997 quando il divieto fu eliminato. Tuttora la centrale operativa dei tatuatori è a Manhattan, nell'East village, in un pullulare di negozi e pronti a disegnare le cose più incredibili.

Pezzi forti della mostra sono la penna elettrica di Thomas Edison, abilmente sfruttata da Sam O' Reilly nel 1891, quando scoprì che poteva essere modificata e usata per introdurre inchiostro nella pelle. Il tatuaggio è parte del "New York style" e si calcola che siano 45 milioni gli americani che ne hanno almeno uno, per un giro d'affari di oltre un miliardo e mezzo di dollari. Basti pensare che un piccolo tattoo costa circa 45 dollari, uno di grandi dimensioni 150 dollari per ogni ora di lavorazione.

Tatuaggio mania e dipendenza da inchiostro

Qualche volta, come esito estremo, si passa dalla passione alla mania, al punto che c'era chi aveva deciso di far tatuare persino i propri animali domestici; pratica che a New York è stata vietata nel 2014. Passo ulteriore dalla mania al conformismo: qualche volta da icona trasgressiva il disegno sotto pelle diventa bandiera di omologazione. Non stupisce che in questo 'covo' di tatuati che è la Grande Mela, il 32% della popolazione abbia dichiarato di avere una dipendenza da inchiostro.