Gonfalone d’argento ad Alessandro Bertolazzi premio Oscar 2017 come miglior make-up per il film Suicide Squad. La massima onorificenza è stata consegnata questa mattina dal presidente del Consiglio Regionale toscano Eugenio Giani in sala Gonfalone di fronte ad una nutrita platea. Alessandro Bertolazzi, vercellese di orgine, ma da ormai molti anni fiorentino di adozione, abita con la moglie ad Osteria Nuova, una frazione di Bagno a Ripoli, comune dell'hinterland fiorentino.

“Salutiamo Alessandro Bertolazzi come espressione di genio e creatività - ha detto Il Presidente del Consiglio Regionale della Toscana Eugenio Giani - Un maestro nella disciplina del trucco e della scenografia, che ha scelto Firenze come città d’adozione e quando ha acquisito una dimensione internazionale, ha mantenuto il senso delle proprie radici.

Pensiamo che questa grandissima capacità professionale sia il frutto anche del rapporto con la nostra terra”.

Prima dell'inizio della premiazione, Bertolazzi ha sottolineato, rispondendo alle domande dei giornalisti, come questo riconoscimento sia gradito come e forse anche di più della statuetta ricevuta il 27 febbraio scorso a Los Angeles. “E’ la città che mi ha visto crescere da un punto di vista artistico - ha spiegato Alessandro Bertolazzi prima della premiazione - La città che eleggo come madre dal punto di vista artistico. Sono arrivato a Firenze negli anni Ottanta. Ho un figlio che si chiama Lorenzo in onore a questa città. Torno qui quando posso anche se è sempre meno, ma comunque è la città a cui sono più riconoscente”.

Il make-up artist, a fine marzo ha ricevuto anche le chiavi d’oro dal sindaco d Bagno a Ripoli in una serata organizzata al Teatro dell’Antera alla presenza della cittadinanza. Ai giornalisti ha spiegato anche che non si sarebbe mai aspettato di vincere l’Oscar, e che è stata una grande emozione e poi ha sottolineato come il Cinema in America sia percepito come industria molto più che in Italia e di come il rispetto per i lavoro sia maggiore oltreoceano rispetto al Bel Paese.

“In realtà mi sono reso conto che è una responsabilità - ha continuato Bertolazzi - in quel momento ti premiamo, ma in quel momento sei il rappresentante del meglio al mondo nella tua categoria e come tale devi rispettarla questa cosa e devi aver rispetto per questa cosa. Diventi una specie di ambasciatore dell’arte nel mondo.

Quello che sto ripetendo sempre e che io sono uguale a prima. Adesso sto preparando un nuovo lavoro. E' vero che le persone hanno più rispetto di te, maggior timore ecco, questo si”.

Ma il premio Oscar non si ferma qua, perché sta già lavorando a diversi progetti, il primo dei quali lo vedremo a fine maggio “War Machine” di David Michod, una satira con Bad Pitt che sarà un generale che perde il controllo. Un film ispirato da una storia vera. Dopo Bertolazzi, dovrebbe essere impegnato sul set di Ophelia, una rilettura dell’Amleto di Shakespeare con Claire McCarthy, Clive Owen, Noemi Watts e Daisy Ridley.