E' da un po' che gira in sala questo film spagnolo diretto dall'attore Raùl Arévalo (visto di recente nel film La isla minima di Alberto Rodriguez), qui al suo esordio alla regia, con protagonisti Antonio de la Torre, Ruth Diaz e Luis Callejo.

Il film, presentato in anteprima alla Mostra Internazionale del Cinema di Venezia nella sezione Orizzonti, dove ha vinto come migliore attrice, è protagonista di numerosi premi in patria, incluso il premio Goya per il miglior film. E la sua uscita in sala rappresenta una rivincita insperata per un interessante progetto inspiegabilmente rimasto in pre-produzione per ben quattro lunghi anni.

Un esordio folgorante

"La vendetta di un uomo tranquillo" (orribile titolo italiano per "Tarde para la ira") è un thriller mozzafiato costruito sui silenzi e sugli sguardi dei personaggi, dove la tensione emerge già da una sceneggiatura ricercata e ben resa da una buona operazione di regia.

L'uomo tranquillo del titolo è il taciturno e solitario José, un ombroso uomo qualunque. L'uomo è solito a frequentare il bar di Ana, una donna attraente e tormentata da cui è subito colpito. I due intrecciano una relazione e José vede in lei una speranza per evadere dalla sua grigia esistenza. Ana è la compagna di Curro, l'unico rapinatore arrestato nel corso di una rapina avvenuta anni prima in una gioielleria, dal quale ha avuto un figlio.

Quando Curro esce dal carcere dopo 15 anni le cose cambiano: Ana deve rinunciare a José, José vede i suoi piani messi in pericolo da un uomo sconosciuto, mentre Curro si ritrova di fronte una Ana confusa e cambiata dal tempo.

Destini incrociati

Le vite di questi tre personaggi continueranno ad intrecciarsi in una spirale di odio e violenza che va via via crescendo fino a far riaprire pericolose ferite del passato...

Gli incontri/scontri diretti con il passato che costellano il soggetto di "Tarde para la ira" alludono costantemente ad un imminente evento sconvolgente che è sempre sul punto di accadere, e che tutti i personaggi si adoperano per fermarlo a costo di una disperata corsa contro il tempo.

Opera di una regia talvolta essenziale, non c'è un solo attimo sprecato nel folgorante esordio di Arévalo.

Merito di una sceneggiatura accattivante che sa fondere il dramma con il thriller giocando su una forte tensione emotiva che raggiunge il suo climax proprio nel finale. La stessa scelta del cast artistico, che verte su attori dai volti sporchi di ordinarietà, regala al film un ulteriore tocco di imprevedibilità.