Dopo essere stata su tutte le pagine dei giornali internazionali per aver reintrodotto rigidi controlli alle frontiere sugli immigrati e per l’attentato con il camion dello scorso 7 aprile, la Svezia torna a far parlare di sé. Questa volta nella nazione scandinava è stato aperto un museo sui generis: il Museo dei fallimenti di Helsinborg, che comprende una singolare raccolta di oggetti. Si tratta di tutti i prodotti lanciati sul mercato con la convinzione di cambiare il mondo, che in realtà si sono rivelati dei veri e propri flop, finendo presto nel dimenticatoio.
Il fondatore del Museo, Samuel West, ha dichiarato che “L’80-90% dei prodotti sono destinati al fallimento. Dopo un po’ spariscono e non ne sentiamo più parlare. L’unica cosa che possiamo fare è imparare da questi fallimenti”. Vediamo alcuni tra i più noti prodotti falliti esposti.
I flop tecnologici
Il Nokia N Gage è stato in vendita dal 2003 al 2005 e poteva essere usato sia come cellulare sia come lettore di videogiochi. Nessun caso tecnologico, ben pochi lo comprarono e ne apprezzarono le qualità. Il Tweetterpeek un dispositivo creato nel 2009, in concomitanza con la nascita del social network, che consentiva poter accedere solo e soltanto a Twitter. In molti non si accorsero neanche che fu immesso nel mercato.
Newton, della Apple che si potrebbe definire essere stato un archetipo dell'iPad, un po' più voluminoso, munito di matita digitale, fu in vendita dal 1993 al 1998, e nessuno ne ha memoria. Zune di Microsoft invece, venne immesso sul mercato statunitense nel 2007. Non venne mai commercializzato né in Europa né in Asia. Era una versione più evoluta del competitor iPod, che permetteva anche di condividere musica tra device.
Nonostante i grandi investimenti da parte dell'azienda di Bill Gates nella ricerca innovativa e nel marketing, non ebbe successo.
I flop delle maggiori marche mondiali
Nel 2008 la coca cola Company ha emesso sul mercato una bevanda al sapore di caffè, chiamata Coca Cola Black, ma fu ritirata in 3 mesi. Stessa sorte, tocco nel 1982 alle Lasagne surgelate Colgate.
Il brand dei dentifrici voleva lanciare una linea di alimenti da consumare prima di usare il Colgate, ma fu un vero e proprio disastro commerciale. La biancheria intima usa e getta di BIC, nacque nel 1998. L'azienda nota per i suoi articoli di cancelleria decise di creare dei collant usa e getta che non destarono nessuna attenzione da parte dei consumatori. Negli anni '80, dove il boom economico dei paesi occidentali faceva ben sperare, il gioco da tavola di Donald Trump non ebbe assolutamente il successo previsto. Non un gioco dell'oca, ma un monopoli dove lanciando i dadi si poteva finire al casinò, in banca rotta, o in un affare arabo. Alla fine vinceva chi era diventato più ricco. L' acqua di Colonia di Harley Davidson ha una storia buffa.
Nel 1994, il noto brand produsse questo nuovo profumo, disprezzato dagli stessi motociclisti fedeli alla marca, che scrissero diverse lettere di protesta, dove esprimevano il loro malcontento per un prodotto contrario ai loro valori. La Camel, nel 1988, decise di produrre le sigarette première senza fumo. I consumatori abituali le definirono "sigarette dal sapore orribile e disgustoso".
I flop socio-culturali
Tra i fallimenti che avrebbero dovuto entrare nella cultura collettiva mondiale e cambiare per sempre le abitudini degli esseri umani di tutto il mondo, il museo svedese annovera il ketchup verde e un manifesto di BlockBuster. Il green ketchup, questa salsa al sapore di spinaci prodotta da Heinz, adesso si può trovare solo in qualche pub europeo o americano il giorno di San Patrizio.
Burger King e MC Donald la adottarono tra i loro distributori americani nel 2007, ma durò meno di un anno. E che dire di Blockbuster? A causa dei siti di film pirata e dell'arrivo di Netflix, la catena di negozi di videonoleggio è andata in bancarotta definitiva nel 2010.