'....Nel mio momento di morte, non voglio nessuno a piangere. Tutto quello che voglio tu faccia è portare il mio corpo a casa, così posso morire tranquillo. Incontriamoci Gesù, incontriamoci, incontriamoci a mezz'aria, e se le mie ali dovessero tradirmi Signore, per favore vienimi incontro con un altro paio.... Questa non è la fine, questo non è l'inizio. Aspettando che arrivi la fine, vorrei avere la forza di esserci. Questo non è quello che avevo programmato, non riesco a controllarlo....'.
Chris e Chester, Chester e Chris, due fragili e mirabili facce della stessa medaglia sicuramente accomunate da un'identica tragica fine, ma anche da un talento innato che ha saputo accompagnarli per un lungo tratto della loro complicata quanto meravigliosa e produttiva vita.
Chris Cornell e l'avventura musicale nei Soundgarden
Chris Cornell, all'anagrafe Christopher John Boyle, vide i natali il 20 luglio 1964, nella città americana di Seattle, patria assoluta del grunge, termine coniato per identificare un sound profondamente radicato nell'alternative rock, e in particolare influenzato da generi come il punk rock, l'heavy metal, l'hard rock e il garage rock. Cresciuto in una famiglia cattolica irlandese, fin dalla più tenera età ha dovuto fare i conti con le prime manifestazioni dello stato psicologico di abbattimento fisico, meglio conosciuto come 'depressione', causato dall'improvviso divorzio dei genitori. Per reagire a questo difficile e tormentato momento, precisamente nel 1984, il suo talento di cantante e musicista lo portò a diventare il frontman dei soundgarden, e si può certamente affermare che per i primi tredici anni di carriera, Chris riuscì a quietare i suoi demoni interiori realizzandosi pienamente come artista.
Distintosi subito per le sue potenti corde vocali, le quali non ci misero molto a portarlo al successo tanto agognato, Chris Cornell rimarrà nella storia della musica rock soprattutto per l'album Superunknown (1994), ritenuto da gran parte della stampa e della critica come il 'canto del cigno del grunge'. Al suo interno, in maniera preponderante, chiunque estimatore e fan di Chris, ricorderà la canzone intitolata Black Hole Sun, che per 7 settimane rimase brillantemente in cima alla Billboard Mainstream Rock Tracks.
Qui sotto il video omonimo:
Successivamente, nel 1997, i Soundgarden si sciolsero, e tra questa data e il 2010, anno di reunion della band, Chris militò nei Temple of The Dog e nel gruppo degli Audioslave, pubblicando gli album Audioslave (2002), Out of Exile (2003) e Revelations (2006). Infine, per quanto riguarda la scena cinematografica mondiale, dapprima Chris compose il brano You Know My Name, incluso nella colonna sonora dello spy-action movie Casino Royale (2006), e in seguito, in concomitanza con la ricostituzione della band che gli aveva dato la notorietà, registrò la song Live to Rise, che venne poi inserita nella soundtrack del kolossal Marvel The Avengers (2012).
Eccovi il video musicale con il pezzo appena menzionato:
Per quanto concerne invece la sua scomparsa, sfortunatamente del bello, bravo e riccioluto 52enne Chris Cornell sappiamo tutto quello che c'era da sapere, e che i tg hanno rivelato per dovere di cronaca, ma che non avremmo mai voluto sentire, in quanto il mondo della musica ha perso un'altra grandissima stella, la cui luce abbagliante e stupenda si è spenta ancora troppo presto.
Chester Bennington e il mito nu metal dei Linkin Park
Chester Charles Bennington, meglio conosciuto come Chester Bennington, nacque nella statunitense Phoenix il 20 marzo 1976. Di origini inglesi, olandesi e gallesi, anche lui all'età di 11 anni dovette assistere al divorzio dei genitori, e come dolorosa conseguenza iniziò a fare uso di sostanze stupefacenti e a cadere nel circolo vizioso della depressione, dalla quale non si riprese veramente mai del tutto, come i media hanno reso noto il 20 luglio scorso, data della sua morte e nello stesso tempo data di nascita del compianto amico Chris Cornell.
Soffermandoci ora sulla sua carriera, il sogno ad occhi aperti di Chester, ispirato da gruppi come Depeche Mode e Stone Temple Pilots, prese corpo nel lontano 2000, quando si trasferì a Los Angeles e con i suoi Linkin Park pubblicò l'album d'esordio dal titolo Hybrid Theory, dal quale vennero estrapolati i singoli One Step Closer, Crawling e In the End. Qui sotto il video di quest'ultima song:
Hybrid Theory fu davvero galvanizzante per Chester Bennington, dal momento che vendette più di 27 milioni di copie in tutto il mondo, venendo poi considerato negli Stati Uniti d'America disco di diamante. Dopo seguirono altri 6 album in studio, dei quali A Thousand Suns (2010), incentrato sulle paure dell'umanità come la guerra nucleare, colpì maggiormente per il brano Waiting for the End, mentre One More Light (maggio 2017), l'album di chiusura, toccò il cuore di tutti i fan con la commovente e bellissima title track, dedicata nello stesso periodo all'amico scomparso Chris Cornell.
Eccovi i video musicali di entrambi i pezzi, il secondo in versione live con traduzione spagnola incorporata e breve traduzione italiana scritta sotto (punti più salienti):
One More Light (Chester Bennington - Linkin Park)
"...Ci sono cose che possiamo avere, ma che non possiamo tenere. Se dicono... Chi se ne importa se un'altra luce si spegne? In un cielo di milioni di stelle... Quella tremola, tremola... Chi se ne importa se il tempo di qualcuno è giunto alla fine? Se un momento è tutto ciò che siamo, siamo più veloci, veloci... Chi se ne importa se un'altra luce si spegne? Beh, a me importa. I ricordi ti tolgono il terreno da sotto i piedi, in cucina c'è una sedia in più di cui non hai bisogno.
Sei arrabbiato, e dovresti esserlo, non è giusto. Solo perché non puoi vederlo, non significa che non ci sia...".
A conti fatti, ognuno di noi non ha il potere di riportare in vita questi due talentuosi astri della musica moderna, Chris Cornell e Chester Bennington, ma siamo certi che ovunque saranno adesso, grazie alle loro splendide voci, avranno modo di allietare, emozionare e perché no, far sorridere e muovere a tempo di rock, tutte le anime e gli angeli del Paradiso. E qui sulla Terra invece, in loro memoria, ci resteranno le loro canzoni da cantare e ricantare, un patrimonio inestimabile per tutti coloro che non smetteranno mai di amare Soundgarden e Linkin Park.