Doveva essere una chiusura col botto e così è stato: bagnato da una notte romana di stelle e luna prima del diluvio, il closing party del 9 settembre del Gay Village Fantàsia 2017 ha lasciato spazio, musica e suoni all'atteso concerto dei Planet Funk. Per dirla tutta, quella dei Planet è stata la ciliegina (elettronica) sulla torta dei tre mesi di affollatissimi eventi, party ed iniziative culturali che hanno caratterizzato la sedicesima edizione consecutiva di quello che, ad oggi, è divenuto uno degli appuntamenti storici dell’estate romana. Il pubblico continua a gradire (i numeri di quest’anno già fanno pensare ad un'edizione 2018 addirittura in crescendo), e non solo perché tutti, in fondo, sperano che l'estate non finisca mai.
Nel nome dei Planet
I Planet Funk hanno reso onore alla manifestazione ed i loro fan hanno ringraziato entusiasti. Si è trattato dell’ultimo live stagionale: ora Alex Neri, Marco Baroni, Domenico "GG" Canu, Luca Capasso, Andrea Cozzani e il carismatico vocalist Dan Black, si chiuderanno in sala di registrazione per lavorare al nuovo album che sarà protagonista del tour della prossima stagione. L'evento del 9 settembre ha rappresentato anche un'occasione per ripercorrere una produzione musicale partita ufficialmente dal 1999 in due ore di spettacolo, scenografia di luci e prospettive strumentali perfettamente integrate nell'ambiente naturale del Parco del Ninfeo all'EUR.
E dunque via con "Shine On" (uno dei primissimi successi della band, ai tempi il primo singolo della Sony in Italia ad essere prodotto per il mercato internazionale), e poi di seguito "Paraffin" (presente nell'album "Non Zero Sumness", disco d’oro nel 2002), "Stop Me", "Static", "Lemonade" e "Who Said (stuck in the UK)" (sempre del 2002, probabilmente il loro singolo di maggior successo ed il primo cantato da Dan Black, già leader dei The Servant).
I brani sono stati interpretati insieme ad altre due altre voci basilari dei Planet, Alex Uhlmann e Sally Doherty.
Storia e novità
A ritmo trascinante, non potevano di certo mancare "Another Sunrise", la cover di "These Boots Are Made for Walkin" di Nancy Sinatra, incisa nel 2011 per il film di Ivan Cotroneo "La kryptonite nella borsa".
Inoltre sono state eseguite "We-People", brano del 2015 a sostegno di Save the Children, e la nuova "You Can Be", testo impegnato scritto da Dan Black dopo aver saputo che suo figlio era rimasto vittima di episodi di bullismo; un pezzo che anticipa il prossimo lavoro.
Si tratta di brani entrati ormai nell'immaginario collettivo, anche grazie al loro essere costantemente utilizzati come colonne sonore di spot pubblicitari e videogame a tiratura planetaria, e questo grazie ad una commistione sempre riuscitissima di pop, elettronica e melodia.
Non è un caso che Alex Neri rimarchi tutto ciò, ripercorrendo in poche parole una carriera durata fino ad oggi quasi un ventennio, e un nome - Planet Funk appunto - preso da una sua canzone giovanile, con cinque album pubblicati fino ad ora (pochi ma buoni): "Provenivamo da carriere di musicisti e dj attivi nei club di Londra, e al tempo il nostro sound in Italia era del tutto nuovo".
Influenze e immediato futuro
"Ma nel mondo abbiamo avuto subito un gran riscontro miscelando con la nostra sensibilità generi come il rock, la dance, l’elettronica ed il prog", continua Neri. È per questo che oggi decine di gruppi ammettono apertamente di essere stati influenzati dai Planet Funk: dagli australiani Empire of the Sun al progetto tutto italiano Uforama.
Non bisogna dimenticare le diverse collaborazioni della band italiana con Simple Minds, Giuliano Sangiorgi dei Negramaro e Jovanotti (per non parlare di tutti gli artisti che li arruolano per i remix delle loro hit) che hanno contribuito a far diventare il gruppo multimediale a tutti gli effetti. A riprova di ciò, citiamo il progetto di crowdfunding che accompagna la realizzazione del prossimo album, "più una serie di inediti esclusivi per quei fan che ci supportano da sempre", come ci ha tenuto a precisare Neri.
Il progetto dovrebbe essere pronto per gli inizi del 2018, e prevede la collaborazione attiva tra la band ed il suo pubblico attraverso workshop dedicati, ascolti del disco in anteprima e lavori in studio sui remix dei fan. Cosa chiedere di più?