Da quando il Museum of modern art di New York nel 1930 dedicò a Paul Klee una mostra personale, ed era la prima volta che accadeva nei confronti di un artista vivente, gli artisti americani rimasero così impressionati dalla libertà espressiva del maestro svizzero che trassero dalla sua pittura una fonte di ispirazione che durò per almeno trent'anni. Ma nonostante questo il mondo dell'Arte e della cultura, nel corso dei tanti anni che seguirono, non ha dato particolare rilievo all'influenza esercitata dall'arte di Klee nei confronti dell'arte americana che pure ha "sfornato" più di una generazione di grandi artisti che indubbiamente debbono riconoscergli un debito ingente in termini di acquisizione di valori pittorici in cui i segni e i colori hanno una maggiore libertà di evocazione e rappresentazione del mondo delle forme e delle idee.

E' proprio il risanamento di questo debito lo scopo principale della mostra dal titolo Ten americans: after Paul Klee attualmente in corso a Berna allo Zetrum Paul Klee e che si trasferirà poi alla Phillips collection di Washington. Infatti a fianco alle 44 opere di Klee verranno esposte quelle dei grandi maestri americani del dopoguerra: Jakson Pollok, Adolph Gottlieb, Robert Motherwell, William Baziotes, Theodoros Stamos, Mark Tobey, Kenneth Noland ecc.

Un nuovo mondo di forme primordiali

Attraverso una miriade di giochi cromatici e segnici Klee ha creato un nuovo mondo di forme primordiali ed arcaiche, un mondo affollato di spazi ed entità non ben definite o definibili, a metà strada tra animali, vegetali e minerali.

Esso stesso aveva così definito la sua poetica in una pubblicazione del 1920: "Un tempo si rappresentavano le cose visibili sulla terra, la cui vista ci procurava piacere o che avremmo avuto piacere di vedere. Oggi rendiamo evidente la realtà che si nasconde dietro le cose visibili, ed esprimiamo così la convinzione che il mondo visibile è solo un frammento della più vasta totalità cosmica, e che esistono molte altre segrete realtà".

Queste frasi oltre ad illustrare con chiarezza la poetica di Klee si attagliano perfettamente anche alle opere realizzate nel dopoguerra dagli artisti americani, in particolare a quelle di Pollok, Gottlieb e Motherwel, tutti sensibilmente interessati ad una pittura scaturita da una forma di "scrittura automatica", ricca di riferimenti ai geroglifici ed ai segni calligrafici giapponesi.

La grande libertà espressiva che emana dalle opere di Klee è anche testimoniata dal fatto che queste ultime non erano affatto gradite ai nazisti, infatti quando partecipò ad una mostra itinerante che partì dall'Istituto Archeologico di Monaco nel 1937 il regime nazista definì sarcasticamente il lavoro del maestro svizzero e dei suoi colleghi arte degenerata.

Ispirazione e suggestione

Gli artisti americani, ed in particolare quelli newyorkesi, avevano molte possibilità di vedere le opere di Klee nelle numerose mostre organizzate negli anni Trenta e Quaranta, con cadenza annuale, presso il MoMa di New York, ma anche le più importanti gallerie d'arte contemporanea del tempo si occuparono con interesse dell'artista europeo e così vennero organizate sue mostre personali nella Art of this centuri di Paggy Guggenheim, da Karl Nierendorf e da Curt Valentin.

Le opere esposte in queste innumerevoli mostre crearono forti suggestione emotive negli artisti americani e per molti di loro costituirono vere e proprie fonti di ispirazione, sia per il linguaggio pittorico sia per la poetica che esse esprimevano. Infatti due grandi artisti come Adolph Gottlieb e Mark Rothko nel 1943 scrissero una lettera al New York Times dove affermavano testualmente: "Siamo per l'espressione semplice di pensieri complessi. Siamo per il grande formato perché ha la potenza dell'inequivocabile. Siamo per le forme piatte perché distruggono l'illusione e rivelano la verità".

Il gruppo di artisti americani che seguirono le orme di Klee venne definito degli "irascibili", termine coniato dal giornale Herald Tribune quando gli espressionisti astratti protestarono vivacemente per la loro esclusione da una mostra del MoMa dedicata all'arte americana contemporanea, e proprio nella rassegna di Berna si possono ammirare le opere di alcuni di loro come Pollock, Tobey e Motherwell.

Anch'essi, come il loro "maestro" erano particolarmente interessati a dipingere l'inconscio ed avevano eliminato dalle loro tele qualsiasi segno o forma che avesse potuto catturare particolarmente lo sguardo dello spettatore in quanto elemento centrale dell'opera, questo per conferire pari importanza a tutta la superficie dell'opera stessa.

Ten americans:after Paul Klee, Zentrum Paul Klee di Brema, fino al 7 gennaio 2018.