In occasione del 30° anniversario del festival dedicato alla video arte, organizzato dall'associazione Les Instants Vidéo, si vedrà, in collaborazione con l' IIC, nelle sale dell'Istituto, la proiezione delle ultime tre opere di uno dei più grandi poeti partigiani coSmunisti, come si autodefiniva, Gianni Toti, scomparso a Roma nel 2007. Giornalista e inviato dell'Unità, poeta, romanziere, cineasta: artista polimorfo ed eclettico;

Vediamo in breve chi era

L'intensa vita trascorsa tra le fila della resistenza italiana quand'era ventenne e le sperimentazioni più impensabili fino alla sua morte.

Come inviato speciale nelle zone calde del mondo, questo lavoro lo ha portato a fondere tante direzioni umane e di ricerca ispirandosi alle avanguardie contemporanee da Marcel L’Herbier e Corrado D’Errico a Jean Mitry oltre che moderne. Uno dei suoi più noti video poemetti è dedicato alle vocali di Rimbaud, Nebulosa Testuale a Mallarmé, in cui mette in immagini e suoni la propulsione delle lettere stesse in una danza a suon di valzer. Approda al video ad un'età matura, quasi sessantenne.

Quella di Toti è una poesia visuale che parte dal superamento della visione realista e borghese della letteratura del 900, avvicinandosi al gruppo 63 e al gruppo 70 che produceva poesia visuale, rompendo i paradigmi di quella letteratura e superando anche questi con il suo scardinamento logico sintattico della parola.

Il suo motto era “Il faut penser l’impensable”, è necessario pensare l'impensabile. Infatti, dagli anni ottanta immette nel mondo dell'arte la sua Poetronica, una sintesi perfetta tra l'arte dei nuovi media, con video ed installazioni elettroniche, e poesia. Un'arte altamente sperimentale con esiti stupefacenti per un nuovo modo di vedere il fare l'artista: fare poesia attraverso le macchine.

Sposta il futurismo alogico e analogico, al digitale quasi internettiano. Ha rappresentato e continua a rappresentare quel futurismo senza ismi iperbolici del movimento aperto e liquido di arte e scienza.

Questo modo di vedere l'arte che ha aperto in Italia tutte quelle esperienze futuribili e dissacranti anche nella musica, da Battiato ai CCCP, da i Blu Vertigo ai Subsonica, che sembrano essere gli eredi di questo nuovo approccio costantemente in fieri.

Un rapporto di destrutturazione e strutturazione continua dell'arte che sia musicale, visuale o poetica. Toti chiedeva alla sua poesia: tu salirai alle televisioniadi su un poetistallo o è sul poetibolo che finirai? A un decennio dalla sua morte verrà messa sul poetistallo la sua arte, l'appuntamento il 16 novembre all'Istituto Italiano di Cultura di Marsiglia.