Nell'Innominabile di samuel Beckett il protagonista è privo di labbra, la bocca non comunica all'esterno, sono solo interminabili monologhi dentro la propria testa, un background continuo che riesamina le vicende della propria vita alla luce della verità su sè stesso. Traspare il bisogno di una religiosità profonda attraverso l'affanno del pensare, un accozzaglia di dialoghi interiori che restano come "murati" all'interno, dal momento che non si ha la possibilità di trasformarli in capacità di comunicazione.
Se l'Innominabile rimane protetto dal silenzio, inadatto a qualsiasi nome di battesimo o definizione, nella vita spesso è necessario parlare, scrivere, rappresentare la verità.
Ed è in questo senso che ieri, domenica delle palme, Papa Francesco invita i giovani a non rimanere zitti, a non farsi anestetizzare dai poteri che ordiscono trame occulte attraverso la calunnia e la menzogna (anche se non è sempre facile smascherare raggiri ed imbrogli). In uno scenario tutto italiano dove il clima freddo fa ancora battere i denti, il Pontefice arriva chiaro e diretto contro alcune figure-chiave del Vangelo, come i farisei ed i dottori della legge. Personaggi combattuti da Gesù e pur sempre uguali nel loro agire, nonostante la Storia Universale: occultamento della parola che supporta la verità, costruzione di paraventi che garantiscono il potere, "brame" di supremazia, a quel tempo lo mandarono a morte pianificando una frenesia che in coro urlava "crocifiggilo".
Invocando l'entusiasmo giovanile non ancora abbattuto da quel pessimismo che nell'oscurità dei tempi scorge le ombre e che si sente impotente nel vano tentativo di imprigionarle, il Papa ha detto:" Un giovane gioioso è difficile da manipolare, per questo la gioia per alcuni è motivo di fastidio. Far tacere i giovani è una tentazione sempre esistita e ci sono molti metodi per rendere i giovani silenziosi, anestetizzarli, addormentarli, affinchè non facciano rumore...sta a voi la decisione, se altri tacciono, se noi anziani e responsabili, tante volte corrotti, stiamo zitti, se il mondo tace, vi domando: voi griderete?
Per favore decidetevi, prima che gridino le pietre".
Dal Vaticano a Washington
Dal vaticano quindi il Papa esorta a lottare contro l'omertà individuale e collettiva, complice della crisi attuale, ma la sua voce stranamente si sintonizza con la marcia del 24 marzo a Washington dove hanno sfilato circa 800mila giovani contro le lobbies americane che gestiscono il mercato delle armi.
Chiedono leggi più giuste che possano contrastare la violenza nelle scuole e, in generale, la violenza nella società. Un fiume in piena che scorrendo in 836 città negli States, da New York a Los Angeles, da San Francisco a Seattle, consegna un immagine di un America viva, in grado di movimentare le sue masse con energia.
Ritornando al di qua dell'oceano, al monito di Bergoglio, l'umana paura di debolezza e di dover soccombere a ciò che si sente in profondità come imbattibile, proviene dalla condizione dell'isolamento; laddove si avverte la protezione - si chiamano in campo soprattutto le istituzioni - di strutture di sostegno o di gruppi che conducono uguali battaglie su uguali principi, il singolo si ridesta da quella mortificante sensazione di impotenza che, proprio come fosse sotto l'effetto di un barbiturico, lo priva delle sue forze vitali, depauperato da una sana ribellione.
In anestesia persino il dialogo interiore.
Quando bussa forte la non accettazione ad un eccesso di compromessi e si mette a disposizione la voce come strumento che produce un cambiamento, quando si è in grado di chiamare le cose con il loro nome, a quel punto la maturità si esprime con coraggio e soprattutto diventa chiaro il concetto di logòs.