Non deve essere stato facile per le giurie del Bifest arrivare ad un verdetto. In un’annata in cui la selezione di film curata da Felice Laudadio era di alto livello, c’è stato sicuramente l’imbarazzo della scelta. Eppure alcune opere in gara sembrano aver colpito più di altre i 30 spettatori chiamati ad assegnare i premi in ciascuna delle due sezioni, tanto da assicurarsi un doppio riconoscimento. Cominciamo da “Panorama Internazionale”, in cui si sono sfidate 12 produzioni europee, lungometraggi di ampio respiro incentrati in gran parte su due tematiche: il nazionalsocialismo e l’incontro-scontro tra culture differenti.

Lo scrittore ed ex magistrato Gianrico Carofiglio, presidente della giuria, ha comunicato sul palco del Teatro Petruzzelli di Bari i nomi dei vincitori.

Trionfa il dramma della guerra

Il premio per il miglior regista è andato al tedesco Robert Schwentke per “Der Hauptmann”, una drammatica storia realmente accaduta verso la fine della seconda guerra mondiale quando Willi Herold, un disertore, per sopravvivere arrivò a fingersi capitano e, grazie a questa falsa identità, commise diversi efferati crimini di guerra. Un racconto molto duro e cruento sulla disumanità dei conflitti, girato in uno splendido bianco e nero, che ha davvero impressionato il pubblico barese, oltre alla giuria, che ha voluto anche premiare Max Hubacher per il suo ambiguo ruolo di Herold.

Il premio per la migliore interprete è invece andato alla splendida Maria Mozhdah, che ha ritirato di persona il riconoscimento, per essersi perfettamente calata nel personaggio della 16enne Nisha, una pachistana cresciuta in Norvegia e poco propensa ad adattarsi ai rigidi costumi tradizionali della sua famiglia, in “Hva Vil Folk Si” di Iram Haq.

Spazio alle donne nel cinema italiano

La giuria di “ItaliaFilmFest – Opere prime e seconde”, guidata dal magistrato, scrittore e sceneggiatore Giancarlo De Cataldo, ha dovuto valutare 12 opere molto diverse tra loro in un’annata particolarmente felice per il nostro giovane Cinema che ha ricevuto molti apprezzamenti in tutti i principali festival.

Alla fine a spuntarla è stato “Tito e gli alieni” di Paola Randi, che si è portato a casa il “premio Ettore Scola per il miglior regista” e il “premio Gabriele Ferzetti per il miglior attore protagonista”, ritirato da Valerio Mastandrea. Questa originale commedia che – fatto davvero inusuale in Italia – si ispira ai capolavori di Steven Spielberg, sarà in sala il prossimo giugno. Quest’anno il “premio Mariangela Melato per il Cinema per la miglior attrice protagonista” registra un’inevitabile ex aequo per le interpreti di “Figlia mia” di Laura Bispuri, Valeria Golino e Alba Rohrwacher, per la prima volta insieme in due ruoli di madre, opposti e complementari. Infine sono stati assegnati i premi “Nuovo IMAIE” per gli attori rivelazione che sono andati a Simone Liberati, intenso protagonista in “Cuori puri” di Roberto De Paolis, e – con una decisione alquanto discutibile, vista la sua non giovane età – alla pur brava coreografa e ballerina Raffaella Giordano per “L’intrusa” di Leonardo Di Costanzo. In una stagione con tanti personaggi importanti affidati ad attrici in erba, forse si poteva evitare questa scelta un po’ forzata.