Cinque ragazzi, cinque 'meravigliosi alieni' come ama chiamarli il loro 'ideatore' Silvio Muccino sono i protagonisti di 'Quando eravamo eroi', primo vero debutto di Silvio come scrittore (gli altri due precedenti romanzi, 'Parlami d'amore' e 'Rivoluzione n°9' sono, infatti, stati scritti con Carla Vangelista). 'Quando eravamo eroi', uscito l'8 marzo ed edito da La Nave di Teseo, sta avendo un grandissimo successo, forse perché la storia raccontata, in fondo, fa parte di ognuno di noi.

La presentazione al Salone del Libro

Silvio Muccino ha presentato il libro venerdì 11 maggio alle 16:30 in occasione del Salone Internazionale del libro di Torino.

Un bell'incontro a cui hanno partecipato il bravissimo Bruno Orioli che con la sua voce e la sua chitarra ha accompagnato alcuni momenti della 'chiacchierata', lo scrittore Enrico Remmert e, ovviamente, l'autore del libro Silvio Muccino.

'Quando eravamo eroi' racconta di "persone che sono cresciute insieme, che si sono perse per quindici anni e che si ritrovano grazie al ritorno di uno di loro", come spiega Silvio. Il libro, scritto con la verità di chi sa mettersi in gioco e raccontare anche parte di sé, ha cinque personaggi: Alex, Melzi, Eva, Torquemada e Rodolfo. Questi cinque amici, compagni di classe al liceo e fortemente legati l'uno all'altro (come è successo a tutti noi in quegli anni) subiscono il doloroso allontanamento, senza spiegazione alcuna, di uno di loro, Alex, che sparisce senza lasciare traccia fino a quando, scrivendo una lettera ad ognuno dei quattro amici, li invita in un casale in Umbria per ritrovarsi, dare una spiegazione e fare una sconvolgente rivelazione.

I protagonisti del romanzo non sono cinque persone 'perfette' ma sono estremamente vulnerabili, fragili ed imperfette: sono 'l'ideale contenitore di tutte le imperfezioni'. "Ho voluto raccontare questa generazione, la mia generazione, non attraverso i traguardi o i meriti" racconta ancora Silvio "ma inquadrandola e raccontandola nella sua parte ombra cercando di stabilire un ponte tra me e chi legge che non fosse basato su quanto siamo vincenti ma su quanto siamo fragili".

"Credo che questo libro sia nato dall'esigenza di raccontarmi perché, a 35 anni, non sono quello che avete imparato a conoscere anni fa": con queste parole Silvio Muccino confida che scrivere questo libro è stato come indirizzare una lettera aperta a quelli che sarebbero stati i suoi lettori ("il rischio più coraggioso e più sano che ho corso fino ad adesso").

Silvio racconta anche che, al momento, non sono previste trasposizioni cinematografiche o teatrali del romanzo: "oggi mi sto godendo questa esperienza e quello che questo libro mi sta dando cioè il confronto, è una cosa inedita nella mia vita".