Gli esseri umani sono complessi. In estrema sintesi si può affermare che ogni uomo sia costituito di emozione e ragione; e, almeno in linea di massima, questo binomio è bastevole per guidare i comportamenti umani: verso l’equilibrio o, nei casi monocordi, verso il male o il bene. Tuttavia, per quanto si possa auspicare un giusto equilibrio tra le due forze, semplicemente e a volte, la razionalità è messa a dura prova dalle emozioni. Il killer che agisce nel libro di Donato Carrisi, “Il gioco del suggeritore” (Longanesi, pag. 400), data di pubblicazione 3 dicembre 2018, lo ha capito.
E si è messo in azione.
Fra tradizione e rinnovamento
“Il gioco del suggeritore”, come ben sanno i fans di Carrisi, rimanda in maniera limpida al romanzo di esordio dell’autore. Quel testo è, con il titolo de “Il suggeritore”, il suo primo grande successo letterario. La pubblicazione avvenne nel 2009 e aveva come soggetto la ricerca di alcune bambine misteriosamente scomparse. Poi, a seguire, nel 2013 lo scrittore diede alle stampe un altro famoso libro: un romanzo che titola, “L’ipotesi del male”. La caratteristica saliente di quest’ultimo lavoro risiede nella sua capacità di funzionare da prequel e sequel del citato esordio letterario di Carrisi. Va da sé che, nella nuova e imminente pubblicazione, il fil rouge che congiunge i due Libri precedenti troverà un sicuro e preciso appiglio.
Ma in questo nuovo noir lo scrittore compie uno scarto psicologico e ambientale: il protagonista oscuro del 2018 è promosso a killer subliminale; è aggiornato sulla tecnologia e usa come territorio di caccia il web. È qui che insidia i frequentatori della rete, ed è qui che ne manipola le loro emozioni.
La trama del thriller
Sopra una fattoria isolata imperversa un potente temporale.
La città dista almeno quindici chilometri. La prima pattuglia disponibile si mette in moto appena possibile, cercando come può, di non farsi rallentare dal nubifragio che non mostra cedimenti. I poliziotti rinchiusi nella macchina e che vedono a malapena la strada inondata dagli scrosci di pioggia, sanno solo che dalla fattoria è giunta una chiamata di aiuto da parte di una voce femminile, angosciata.
Quando la macchina dei poliziotti si ferma, in quella casa isolata non c’è più niente da salvare: è troppo tardi per la voce che chiedeva di essere difesa. Non ci sono indizi di alcun tipo: tutta la faccenda risulta un vero enigma. Chi potrebbe trovare qualche risposta al caso è una poliziotta che, per ragioni personali, aveva abbandonato la carriera di agente: Mila Vasquez. Quando è chiamata in causa, l’ex cacciatrice di persone scomparse riconquista la sua passata posizione e dà il suo decisivo contributo alle indagini.