A Calvizzano, comune della città metropolitana di Napoli, sono state realizzate delle panchine letterarie che vogliono essere un omaggio a tre figure fondamentali per la cultura partenopea. Si tratta di tre geni che hanno cambiato con il loro talento il mondo del Cinema, del teatro e della poesia napoletana. Nei pressi dell'istituto comprensivo statale Marco Polo e, precisamente in viale Armando Diaz vi sono queste panchine letterarie accompagnate da una serie di ombrelli che inneggiano alla cultura. Questa iniziativa si distingue anche con l'intento di sottolineare l'importanza della conoscenza.

Un'omaggio al principe della risata, Antonio De Curtis

Tre le panchine, di cui una raffigurante il principe Antonio De Curtis, in arte Totò accompagnata da una scritta. Queste parole di Totò presenti sulla panchina dedicata al principe della risata: "A' sera quann o' sole se une frase e dà a' cunzegna a luna p'à nuttata, lle dice dintornare a' recchia: i vaco a' casa: t'arraccumanno tutt'è nnammurate". Antonio De Curtis non è mai stato dimenticato dalla sua Napoli alla quale era particolarmente legato. Nel 2017 è stata realizzata un'importante mostra in ricordo dell'artista a cinquant'anni dalla sua morte. Totò era anche un poeta, come dimostrano i suoi successi divenuti indimenticabili come "Malafemmena" oppure "L'acquaiola".

Antonio De Curtis ha preso parte a circa 150 pellicole cinematografiche e il quartiere Sanità non l'ha mai dimenticato.

Due panchine, una per Eduardo e un'altra per Troisi

Un'altra panchina omaggia Eduardo De Filippo, coetaneo dello stesso Totò e fratello di Titina e Peppino De Filippo. Eduardo De Filippo ha rivoluzionato il modo di fare teatro come confermano le sue commedie riprese dalle nuove generazioni di artisti.

Ad accompagnare la panchina del drammaturgo è una scritta che simboleggia il carattere dei napoletani. Queste le parole: "La gestualità di noi napoletani è data dalla necessità di esprimerci, di farci capire senza l'uso della parola. Come avremmo fatto a comunicare con Turchi, Spagnoli, Tedeschi, Francesi, non potevamo mica ogni volta imparare la lingua".

Infine c'è la panchina di un attore napoletano più vicino ai nostri giorni. Si tratta di Massimo Troisi che, dalla fine degli anni settanta, ha cambiato il modo di fare cinema facendo leva su un'interpretazione singolare. A Castel Dell'Ovo, a partire dalla fine del mese di maggio e fino al 25 luglio è stata realizzata una mostra per ricordare il regista nato a San Giorgio A Cremano. Questa la scritta che accompagna la panchina dedicata a Troisi: "La ricchezza dei poveri è rappresentata dai loro figli, quella dei ricchi dai loro genitori".