Se pensi di fallire, probabilmente fallirai. Ma che succede se pensi di farcela? E soprattutto, come imparare a pensare “ce la faccio”?

Breve guida sulla motivazione e su come volgerla a nostro favore.

“E’ nel momento delle decisioni che si plasma il tuo destino.” (Anthony Robbins)

Alzi la mano chi almeno una volta nella vita ha pensato “non ce la faccio!”, chi ha effettivamente mollato un progetto, chi vorrebbe non mollarlo, e nell’indecisione non agisce. Se ti ritrovi in una di queste categorie, probabilmente hai sperimentato una perdita della spinta motivazionale.

“…cioè? E soprattutto, cosa devo fare per recuperarla?”

Cos'è la motivazione

Si parla di motivazione come di "configurazione organizzata di esperienze soggettive che consente dispiegare l'inizio, la direzione, l'intensità e la persistenza di un comportamento diretto a uno scopo"; in parole povere è il sentimento che spiega tutto il processo di pensieri e comportamenti che attui per raggiungere uno scopo. Ora, il mantenimento di una buona motivazione, come Eccles sostiene, dipende da due componenti:

  •  il valore dato al compito
  •  le aspettative personali.

Seguimi: il valore dato al compito corrisponde alle credenze sul compito, se ritenuto facile, difficile, ecc., le aspettative personali riguardano il modo in cui ci percepiamo.

In particolare, parliamo di Auto-percezione, Impotenza appresa, Locus of control.

“Sì vabbè, e cosa ci faccio con queste informazioni?”

Più scopriamo come funziona il nostro modo di pensare, di agire, più possiamo scoprire in quali tranelli cadiamo ogni giorno, e di conseguenza modificare il nostro comportamento a nostro favore.

Auto-percezione e impotenza appresa

Il modo in cui ci percepiamo (Autopercezione) definisce la capacità che attribuiamo a noi stessi di portare a termine o di iniziare un compito, se dunque non ci riteniamo capaci di riuscirci è molto probabile che abbandoniamo l’impresa.

L’impotenza appresa, ad esempio, è un fenomeno che descrive il meccanismo che scatta nel momento incui per quanti tentativi abbiamo fatto, non riusciamo mai a raggiungere il nostro obiettivo.

Seligman, psicologo americano, scoprì il fenomeno per caso, in un esperimento che consisteva nel sottoporre un topolino a ripetute scosse elettriche, all’interno di una gabbietta chiusa, indipendentemente dalla scelta cheprendeva per uscire dalla gabbia. Cosa fece il topolino? Smise di tentare. Considerò inutile qualunque decisione.

Come spostare il Locus of control

Nessuno vorrebbe essere il topolino. Ed è per questo che dovresti spostare il tuo Locus of control all’interno. Se pensi che gli eventi dipendano dall’esterno, se credi di essere vittima degli eventi, e di non poter fare nulla per cambiare la tua realtà, è qui che ti sbagli di grosso. Abbiamo il potere di gestire il nostro tempo, la nostra percezione delle cose, i nostri sentimenti e le nostre credenze.

E’ dovere morale farlo a nostro favore.

Concentrati su cosa puoi cambiare. Parti da te, dalle tue aspirazioni, da cosa desideri e da cosa ritieni sbagliato nel tuo modo di percepirti. Cerca di capire dove ti sfugge il controllo. Rifletti, per agire, perché “E’ nel momento delle decisioni che si plasma il tuo destino.”