La storia di Hertzho Haftn, nato in Polonia nel 1925, e di origine ebraica, differisce dalla normale storia di un pugile. Lui non aveva scelto di fare quel mestiere, che arrivò come un'ancora di salvezza anni dopo. Era un bel ragazzone, non molto alto, ma dall'aspetto accattivante. Da giovanotto si innamorò di una bella ragazza del suo paese, Leah, ed il suo desiderio era quello dei giovani degli anni 40, una vita normale, serena, magari con lei, sogno che si frantumò quando venne catturato dai nazisti, e deportato nel campo di concentramento di Aushwitz.

Come salvarsi la vita con la boxe

Hertzho Haftn trova, per sfuggire alla crudeltà dei suoi aguzzini, un modo per riempire i loro spazi vuoti, e lo fa diventando pugile contro la sua volontà, distinguendosi per la durezza dei suoi combattimenti, per i quali verrà soprannominato "la belva giudea". Hertzho non ha nessuna pietà per gli avversari, che regolarmente stende al tappeto. E' così che riesce nel suo intento. Riesce a ingannare la mannaia nazista. I combattimenti all'interno del campo di sterminio non hanno regole. Vince chi picchia più duro. E lui lo fa bene.

Sta per finire la guerra

Quando finalmente sta per finire la guerra, Hertzho riesce a fuggire da questo orrore. A fine conflitto, riesce a raggiungere l'America, patria della boxe, dove sogna di ricongiungersi con la sua Leah.

Combattere su un ring, che era servito a farlo sopravvivere, era anche il solo modo che conoscesse per mantenersi. Lo accompagnerà sempre il rimorso per il suo violento modo di rapportarsi con i partner sul ring.

Hertzho e le sue venti vittorie in America

In America Hertzho prenderà il nome di Harry, e riuscirà a vincere una ventina di incontri, finché nel 1949 dovrà misurare la sua bravura con quella del mitico pugile italiano Rochy Marciano, a cui bastano tre round per farlo crollare.

Lui racconterà che la mafia americana lo aveva obbligato a perdere, ma i filmati lo smentiranno clamorosamente.

Arriva la fine del pugile polacco

Finisce, con la sua sconfitta al ventunesimo incontro, la carriera del pugile sfuggito ad Auschwitz, la cui vita fu caratterizzata dalla boxe, scelta prima per sopravvivere nel campo di concentramento, accettando la protezione di un ufficiale tedesco, e quindi andando contro le regole morali, e poi nella vita, quando giunto in America vuole riscattarsi, e combattere in maniera sportiva.

Racconterà attraverso un libro la sua storia il figlio Alan, dal titolo "Harry Haft: Auschwitz Survivor, Challenger of Rochy Marciano" . E lì troveremo scritto anche che il pugile, ritroverà in America la sua Lealh, ma malata e in fin di vita. Ultimo colpo infertogli dal destino, con lui inclemente, tanto da non riservargli che un amaro epilogo.