Da ormai diversi anni la cucina del Giappone, precisamente il sushi, ha invaso l'italia e le nostre tavole. Questa particolare prelibatezza è stata in poco tempo apprezzata persino dalla selettiva cultura culinaria italiana. In ogni città basta girare l'angolo per trovare ristoranti giapponesi dove poter gustare comodamente le specialità di pesce crudo. Sono numerosissimi anche i punti vendita che fanno cibo d'asporto, per assaporarlo in modo confortevole a casa. Inoltre c'è una soluzione anche per i più "poltroni" o "casarecci", basta ricordare che esistono app che consentono di ordinare il menù direttamente dallo smartphone, al fine di ricevere il servizio di consegna senza nemmeno mettere il cappotto.

Il sushi è diventato di tendenza, una vera moda, basti considerare che si consuma non solo nel fine settimana, durante una piacevole serata, ma anche a pranzo e nei giorni infrasettimanali. Il "piatto giapponese" risulta saporito, veloce da consumare e rilascia la sensazione di aver completato un pasto in modo sano. Purtroppo non è proprio così.

Sapete che il sushi può far ingrassare più di un hamburger?

Esatto, avete letto bene! A seguito di una ricerca avvenuta nel 2016 e tenuta dalla famosa dietista Rachel Beller, è stato scoperto che in alcuni casi questa amata pietanza "giappo" ha il potere di far salire l'ago della bilancia. Purtroppo la sensazione di mangiare sano è un'illusione, in quanto una porzione di sushi in tutte le sue varianti, come quello fritto, ha un importo calorico molto alto e risulta persino un alimento più grasso di un hamburger da piatto ben farcito.

Il pericolo alimentare, che ha risvolti non solo sulla linea ma anche sulla salute, è rappresentato dalla modalità di preparazione dell'alimento unito al numero delle porzioni. Essendo solitamente servito in quantità molto piccole, per esaudire il senso di sazietà si tende a farne un consumo eccessivo e se, inoltre, si predilige un menù fritto, di sicuro non rappresenta un alimento magro e light.

Alcuni consigli su come continuare a consumare il sushi senza fare troppi danni

Questa irrinunciabile prelibatezza del palato, riserva dosi elevate di carboidrati e zuccheri, in particolar modo se accompagnata con un condimento di aceto zuccherato o di soia. Solitamente si usa bagnare le porzioni di sushi, prese delicatamente con le proprie bacchette, proprio nella salsa di soia che ha quantità alte di sodio, basti pensare che 100 grammi equivalgono a una dose salina che supera di ben dieci volte il fabbisogno quotidiano di ognuno di noi.

Quindi meglio richiedere, se possibile, una bustina del prodotto dove è indicato: "con poco sale". Il pesce invece resta di base un alimento sano e nutriente, se ben cucinato e senza abusarne quando si frigge. Di sicuro l'abitudine di consumare sushi non deve essere radicalmente eliminata, ma ci sono alcune accortezze da seguire. Cercare di ridurre le quantità, bere molta acqua che aiuta a smaltire le scorie che si possono accumulare ed inoltre accompagnare il pasto con una buona porzione d'insalata, che contribuisce ad aumentare il senso di sazietà apportando fibre al nostro corpo.