Un esperimento che ha davvero dell'incredibile quello condotto da una squadra di scienziati provenienti da università russe e americane: gli scienziati sono riusciti a "riportare" in vita dei vermi congelati nel permafrost, vermi risalenti all'epoca preistorica. Una squadra di esperti ha raccolto una serie di campioni di terreno di varie epoche in tutto l'Artico, fra quelli trasportati nei laboratori più rinomati di Mosca (Russia) gli scienziati hanno trovato due generi dei cosiddetti "nematodi", che hanno successivamente messo in vetrini di Petri "scongelandoli" e portandoli alla temperatura di 20 gradi.

Dopo alcune settimane, gli esperti si sono resi conto che i nematodi hanno cominciato a muoversi e a nutrirsi, dimostrando di essere autosufficienti anche dopo un "letargo" durato migliaia di anni.

I due generi di nematodi

Alcuni dei vermi che gli scienziati hanno trovato appartengono al genere Panagrolaimus, trovati a circa 30 metri di profondità e con una "età" stimata intorno ai 32mila anni. Gli altri, appartenenti al genere Plectus, sono stati trovati in una tana ghiacciata di appena 3,5 metri di profondità. L'età stabilita da questo genere invece è più antica: risalgono infatti a 42mila anni fa.

Queste tipologie di vermi sono organismi altamente resistenti, che come gli orsi d'acqua sono in grado di produrre un materiale vetrificante, di riparare il proprio DNA se danneggiato e sopravvivere in condizioni estreme, anche con un sonno criogenico.

I risvolti negativi di questa scoperta

I nematodi non sono pericolosi per la salute dell'uomo: anzi, potrebbero costituire una fonte di conoscenza da cui attingere sui vari meccanismi biochimici che regolano la vita di alcune specie come questa. Ma c'è il risvolto della medaglia: anche degli organismi apparentemente fragili possono risvegliarsi a temperature ideali (come ha dimostrato questa scoperta), quindi è probabile che si possano risvegliare anche organismi nocivi come batteri e funghi, rimasti "seppelliti" nel corso dei millenni e provocare seri danni all'uomo e ad altri organismi.

La "rianimazione" di organismi non è una novità, in quanto questo non è l'unico caso in cui degli scienziati sono riusciti a far rivivere degli organismi rimasti inattivi per molto tempo: già nel 2000 un team di esperti ha estratto da cristalli di sale risalenti a 250 milioni di anni fa delle spore di batteri di Bacillus.