Un tesoro egiziano di inestimabile valore storico è tornato finalmente alla sua patria d'origine. Si tratta del sarcofago dorato di Nedjemankh, restituito alle autorità egiziane dal Metropolitan Museum of Art di New York. In questi ultimi anni, il reperto storico è stato custodito negli Usa dopo essere uscito illegalmente dall'Egitto attraverso il mercato nero.
Il ritorno del prezioso manufatto nel suo Paese originario è stato possibile soltanto dopo aver appurato la falsità dei documenti registrati al momento dell'acquisto del sarcofago. Per questo motivo, lo scorso febbraio era stata chiusa improvvisamente la mostra temporanea presso il Metropolitan Museum intitolata "Nedjemankh and His Gilded Coffin".
Il presidente del Met, Daniel Weiss, aveva appreso dell'inappropriata presenza dello storico feretro nella struttura di New York, e si era subito impegnato ad organizzarne il trasferimento.
Le traversie del sarcofago dorato
Durante le indagini relative ai percorsi sotterranei seguiti dal commercio illegale delle opere d'arte, è venuto a galla il viaggio fatto dal sarcofago dorato. È probabile che quest'ultimo sia stato trafugato dal museo di Minya, in Egitto, in seguito ad una drammatica rivoluzione scoppiata nel 2011.
Successivamente, il feretro di Nedjemankh sarebbe passato dagli Emirati Arabi fino alla Germania e a Parigi. Infine sarebbe stato acquistato presso la casa d'aste Christophe Kunicki dal Metropolitan Museum nel 2017, ad una cifra di 4 milioni di dollari.
Dopo tutte queste peripezie, il sarcofago dorato è stato riconsegnato all'Egitto e verrà esposto nel 2020.
Quest'operazione si è concretizzata grazie al ritrovamento di alcuni documenti falsi che hanno accompagnato il sarcofago nel suo viaggio. Tra questi, una licenza di esportazione del 1971, anno antecedente alla promulgazione della legge numero 117 sulla tutela dei reperti antichi egiziani emanata soltanto nel 1983.
La storia del sarcofago di Nedjemankh
Il sarcofago dorato rappresenta un reperto di inestimabile valore non solo per quanto riguarda il materiale con cui è stato realizzato, ma anche dal punto di vista storico. La superficie della bara è ricoperta da una serie di scene religiose che sono state incise su uno strato di cartonnage dal colore dorato, volto a decorare una struttura in legno sottostante.
Inoltre, all'interno della bara si trova anche una foglia d'argento utilizzata per proteggere il volto del defunto, metallo considerato più prezioso dell'oro dagli antichi egizi. Il feretro è stato la dimora dell'aldilà di Nedjemankh, il sacerdote del dio Herishef (dalla testa d'ariete). Questi è vissuto intorno al I secolo a.C. presso la località di Herakleopolis, nella zona meridionale di Fayyum.